Ustica, le reazioni al risarcimento: sentenza vergognosa e inaccettabile. Un’offesa alla verità

23 Apr 2020 16:57 - di Paolo Lami
USTICA RICOSTRUZIONE_FILM

C’è chi la definisce scandalosa e vergognosa, chi parla di offesa alla verità e chi di sentenza stupida e inaccettabile, ma la decisione della Corte d’appello di Roma per il risarcimento di 330 milioni di euro all’Itavia per la strage di Ustica sta sollevando un vespaio di polemiche.

Il motivo? Perché quella sentenza contraddice in modo clamoroso le risultanze processuali penali. Che negano in maniera assoluta il fatto che un missile possa aver abbattuto il Dc9 Itavia con le 81 persone a bordo.

“Un’incredibile vergogna” la definisce Adalberto Pellegrino, ex-presidente dell’Associazione nazionale piloti ed esperto storico aeronautico.

La Corte d’appello ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti, ritenuti colpevoli di non aver tutelato la sicurezza dei cieli.

“Non c’è una sentenza penale che dia la responsabilità dell’incidente a qualcuno – spiega Pellegrino. – Nessuno, dopo anni di tribolazioni, sa cosa sia successo esattamente. Eppure una certa corrente giudiziaria civile ha stabilito che si tratta di un missile sparato contro il Dc9. Senza che si dica da chi o perché sia stato lanciato. Ma è da qui che nasce questo maxi risarcimento a spese del popolo italiano“.

La “sentenza civile – aggiunge Pellegrino – dice l’opposto di ciò che ha stabilito la sentenza penale. E, soprattutto non fa nessun riferimento, e questo è scandaloso, a tutte le Commissioni d’inchiesta. E alle Commissioni formate da illustri membri internazionali, massimi esperti mondiali”.

“Questa decisione – rincara la dose l’ex-comandante pilota Pellegrino – è un assurdo italiano. Perché, in assenza di riscontri certi e obiettivi, a galoppare è stata la fantasia. Fino a portare a questo mostro a spese del popolo italiano. Scandaloso”.

“Una sentenza stupida e inaccettabile basata sulle cronache dei giornali”: reagisce così Aurelio Misiti, ex-presidente della Commissione peritale sulla strage di Ustica che si avvalse della collaborazione dei maggiori esperti nazionale e internazionali.

“A dare avvio a queste sentenze civili – spiega Misiti – è stato un giudice onorario. Cioè un avvocato in pensione. Che ha determinato la prima sentenza. E poi tutti gli altri gli hanno dato ragione. Perché l’opinione pubblica voleva così. Ma queste sentenze non hanno stabilito chi aveva sparato il missile. Eppure hanno emesso una pronuncia di colpevolezza inaccettabile”.

In “un Paese serio – aggiunge Misiti – non ci dovrebbero essere due sentenze, una penale e una civile, che dicono l’opposto. Ma quella civile non si è basata sulle conclusioni degli esperti, del collegio peritale. Ha,  semplicemente, fatto un lavoro di raccolta di dati giornalistici. E ha emesso una sentenza sbagliata“.

La “Commissione peritale da me presieduta – prosegue Misiti – concluse che la strage di Ustica non aveva assolutamente nulla a che fare con un missile. Non ce n’era nessuna traccia. E che l’unica soluzione spiegabile tecnicamente era quella di una bomba collocata dietro una delle toilette dell’aereo“.

L’unico “rapporto valido – conclude Misiti – è quello del collegio peritale. Che ha lavorato quattro anni e ha portato a una conclusione inconfutabile da un punto di vista tecnico. La causa è stata questa, una bomba a bordo. Ma non lo vogliono capire. E adesso Itavia gongola per una sentenza stupida“.

Perfino alcuni parenti delle vittime della strage di Ustica sono perplessi.

“Non si cerca più la verità sulla strage ma solo un accomodamento che sia il massimo ricavo per chi ha perso i propri cari e anche per Itavia, in fondo una vittima di quella strage. Risarcire senza sapere a me sembra molto strano”, riflette Giuliana Cavazza, presidente onoraria dell’associazione “Verità per Ustica”. E figlia di una delle 81 vittime della strage di Ustica.

“Ognuno soffre come può, e io non voglio giudicare”, dichiara Cavazza, che nella tragica esplosione perse la madre, “però è un vizio un po’ italiano quello per cui tutto deve rendere. E’ la sindrome da risarcimento. E io mi chiamo fuori. Poi non la spunterò mai, ne sono sicura. Sono stata persino accusata di essere amica dell’Aeronautica militare. Ma la verità, secondo me, è un’altra cosa. E da quello che ho letto da normale cittadino mi sembra di capire che la verità non l’abbiamo mai appurata”.

A “me dispiace – aggiunge Cavazza -, perché mi pare venga usato un fatto affinché qualcuno lucri e magari perché non venga fuori la verità sul Lodo Moro. Ma così la verità viene un po’ offesa. E quello che è peggio, a spese di tutti i cittadini italiani”.

Infine, Cavazza aggiunge: “Io non sono un tecnico. Ma le perizie redatte da esperti famosissimi e mai finite dentro i processi civili, vanno nella direzione opposta a quella del missile come causa della strage. Ripeto, non posso giudicare non essendo un tecnico. Ma non esiste nessuna evidenza che sia stato un missile. E allora perché continuare a indagare su quello, usando fra l’altro la giustizia civile? Sono davvero molto molto perplessa”.

Di tutt’altro avviso Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti vittime della strage di Ustica.

“E’ l’ennesima sentenza che, confermando le conclusioni in sede penale del giudice Priore secondo le quali il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra, continua a condannare i ministeri dei Trasporti, per non aver controllato, e della Difesa perché alcuni dipendenti hanno impedito alla verità di farsi luce”.

“La verità c’è ed è che è stato abbattuto un aereo civile. Una verità conquistata visto che all’inizio si era parlato di un ‘cedimento strutturale‘” mentre “dieci anni dopo si sono inventati la bomba“, sostiene l’ex-parlamentare dei Democratici di Sinistra, Daria Bonfietti.

Certo, mancano ancora gli autori.”Ma il problema lì è tutto politico, non della magistratura che sta ancora indagando ma spesso le rogatorie internazionali hanno avuto esiti insufficienti”, dice la Bonfietti.

 

Commenti

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  • Gianluca La Villa 23 Aprile 2020

    Se questo fatto di un abbattimento di aereo civile nel nostro spazio aereo fosse capitato all’epoca di Benito, i vari generali che hanno lasciato che queste cose avvenissero sarebbero stati messi al muro.