Siamo ancora nel picco, più 2886 i positivi. Ma nelle terapie intensive si liberano posti

4 Apr 2020 18:50 - di Redazione

I dati del nuovo bollettino della Protezione Civile parlano di un aumento dei malati (ovvero le persone attualmente positive) pari a 2886 unità (negli ultimi tre giorni erano stati 2.937 mercoledì, 2.477 giovedì e 2339 ieri). Siamo quindi ancora nel picco, la curva dei contagi non scende.

Molto positivo però un altro dato: il numero dei pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 unità. “E’ una notizia importante – ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli – perché consente ai nostro ospedali di respirare. E’ il primo valore negativo da quando è stata avviata la gestione dell’emergenza”.  I ricoverati con sintomi cono 29010, di cui 55270 (pari al 63% è in isolamento con sintomi lievi o senza sintomi). 681 è il numero dei deceduti. I guariti sono 1238 in più di ieri.

Franco Locatelli, presidente del Comitato superiore di sanità, insiste sulla necessità del distanziamento sociale. Il fatto che si è passati da più di 120 accessi alle terapie intensive a -74 pazienti in terapia intensiva non deve essere letto come un messaggio rassicurante, come se ormai avessimo superato la fase critica. “Non abbiamo scampato il pericolo – avverte Locatelli – questo significa solo che le misure in atto hanno frenato la diffusione epidemica”.

Sia Borrelli che Locatelli, infine, hanno sottolineato il fatto che l’uso della mascherina non è ancora divenuto obbligatorio e ciò che il comitato tecnico-scientifico raccomanda con forza è di osservare le misure di distanziamento. “I momenti di aggregazione vanno evitati per proteggere se stessi ma soprattutto i più fragili e indifesi”.

Locatelli ha voluto anche ricordare Giorgio Guardamacchia, che faceva parte della scorta del premier Conte. “Sarebbe facile questa sera iniziare subito dai dati largamente incoraggianti che il dottor Borrelli ha appena citato sul calo del numero degli accessi nelle terapie intensive e del numero di deceduti, ma inizio ricordando che oggi è scomparso un servitore dello Stato, Giorgio Guardamacchia, che faceva parte della scorta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A lui credo che dobbiamo dedicare un sincero e affettuoso pensiero da estendere ai figli e ai suoi affetti più cari”. “L’ho voluto citare – ha precisato – perché è un’altra di quelle categorie che per tutelare la salute degli italiani, perché anche le forze dell’Ordine giocano un ruolo importante, ha addirittura perso la sua vita e non a caso uso il termine servitore dello stato: questa situazione emergenziale ha fatto risaltare figure come quella del commissario, che tanto si adoperano per il benessere e della sicurezza cittadini”.

 

Commenti

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  • giovanni vuolo 4 Aprile 2020

    D’accordo, ma bisognerebbe vedere quanti tamponi sono stati eseguiti. Il dato può essere rappresentativo solo se rapportato al numero delle verifiche. In ogni caso è una vergogna che tante persone affollino le strade senza stringente motivazione. È un’offesa per coloro che, responsabilmente, rispettano la quarantena. Andrebbero previste pene più immediate, con diretta applicazione, da comminarsi in flagranza di reato; magari 24 ore di gattabuia !!! Qui ancora non si comprende che siamo in guerra, e dunque si potrebbero e dovrebbero applicare sistemi più efficaci. Il garantismo non esiste in casi emergenziali. Chi circola immotivatamente è un potenziale criminale, che può addirittura provocare la morte di altre persone. Cosa si aspetta a far rispettare le regole, almeno stavolta !!!!!