Parma, dietrofront di Pizzarotti sulla dichiarazione antifascista: è stato un errore
Sommerso dalle critiche il sindaco di Parma, l’ex-grillino Federico Pizzarotti, fa dietrofront sull’obbligo di una dichiarazione di antifascismo per ottenere i buoni spesa.
“È stato erroneamente inserito parte di un regolamento – cerca di scusarsi su Facebook il sindaco di Parma – che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi”.
In quel regolamento – si giustifica Pizzarotti – c’è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, contributi o patrocini dal Comune di Parma. Da noi – insiste – è così e rimarrà così”.
La cosiddetta “clausola antifascista” è ora al centro di una interrogazione parlamentare presentata ieri da Fratelli d’Italia.
“Non vale per i bonus spesa. – si arrampica sugli specchi il primo cittadino di Parma – Si correggerà l’errore. Grazie a chi lo ha fatto notare con gentilezza. Non sarebbe stato comunque vero che i bonus spesa vengono negati a chi non si affermi antifascista“.
E, anziché chiedere scusa per l’ignobile provvedimento, l’ex-grillino approdato all’antifascismo più becero, attacca l’opposizione che ha contestato l’assurdo regolamento.
”Il Primato Nazionale e la signora Meloni sono notori dispensatori di bufale (l’ultima di Meloni l’abbiamo vista girare la settimana scorsa, quel servizio del tg3 sull’origine del virus, ovviamente una bufala). Parmigiani, chi ha bisogno chieda di accedere ai bonus spesa”.
”A Parma nessuno viene lasciato indietro. Chiudo. Ai seguaci del Primato Nazionale e della signora Meloni che da ieri mi scrivono ‘infame’ ‘merda’, ‘schifoso’, ‘w il duce’, ‘w i camerati’, ‘verme’, ‘bastardo’ e altre bestialità”.
”Se foste di Parma e aveste bisogno di accedere al servizio, accedereste nonostante tutto il vostro odio represso contro l’altro. Parma è fatta così”, farfuglia Pizzarotti.
Lo gela, su Twitter, il suo ex-compagno grillino Nicola Morra. Postando un articolo sull’applicazione, da parte del Comune di Parma, del “bollino antifascista” per la richiesta dei buoni mensa.
“Forse il Coronavirus colpisce non solo i polmoni ed arriva nell’encefalo?”, scrive il senatore calabrese Cinquestelle.
E l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Vicenza, Silvio Giovine, sbugiarda il sindaco di Parma.
“La furia ideologica e la propaganda dell’antifascismo militante – dice Giovine – non si placano neppure di fronte a una emergenza simile. Ritengo lesiva dei principi costituzionali la scelta del Comune di Parma“.
Giovine è il primo, in Italia, ad esser riuscito ad abolire dal regolamento del proprio Comune la clausola antifascista.
“Ci sono riuscito rivedendo integralmente tutto il regolamento Cosap (Canone Occupazione Suolo Pubblico). – spiega Giovine – e tra le modifiche fatte c’era appunto quella per inserire la clausola nel 2018”.
”Abbiamo esteso quella dichiarazione dicendo che ci si deve riconoscere nei valori della Costituzione dove l’antifascismo non è mai menzionato. Proprio perché i padri costituenti erano delle persone lungimiranti”.
”Ho portato la delibera in Giunta. È stata approvata. E dobbiamo solo passare in Consiglio. Ma non ci saranno certo problemi”, assicura l’assessore vicentino.
”L’antifascismo militante non è valore. È un qualcosa in nome del quale si è continuato a uccidere a guerra finita – conclude Giovine – Ancora oggi ci sono manifestazioni violente”.
Falso buffone comunista di una piccola parmetta di cacca.
VIVA IL DUCE
Da Grillino era già deficiente, andò con mamma, da indipendente ha perso anche la linea guida di 5stelle e pensa di essere il deus ex machina del potere più abbietto dell’Anpi, é una merda ad opinione di molti compreso il sottoscritto (art. 21 costituzione) e non c’è bisogno di essere di destra per capirlo. Perchè non viene commissariato per azioni razziste ed anti democratiche?
Pizzarotti stai sereno xche’ alle prossime elezioni ci divertiremo e tu riderai insieme a quelli ANPI
Ecco i veri lupi travestiti da agnello, questi “animali” che sbranano tutti e tutto solo per
mantenere i loro privilegi e potere personale a discapito di quelli che dovrebbero essere i veri valori e le responsabilità verso tutti i cittadini.