Nel paese che fu focolaio pugliese, centinaia in strada per il Venerdì Santo. Compreso il sindaco (video)

11 Apr 2020 14:47 - di Redazione
venerdì santo

Diventa un caso la celebrazione del venerdì santo a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Il rito della preghiera organizzato dalla chiesa dell’Addolorata ha visto confluire sul sagrato e nelle strade adiacenti circa un centinaio di persone, tra cui il sindaco Michele Merla, presente con la fascia tricolore e ringraziato dal parroco al microfono. Le persone erano distanziate, ma si è creato un assembramento, vietato dalle disposizioni per il contenimento del contagio del Covid-19. E sulla vicenda la procura di Foggia ha già aperto un’indagine. San Marco in Lamis, tra l’altro, sconta già un triste precedente: essersi trasformato in focolaio dopo un funerale, che portò al contagio di diverse persone anche nei Comuni limitrofi.

Le scuse del sindaco di San Marco in Lamis

Stupisce, quindi, in modo particolare la superficialità del sindaco che, sfilando con la fascia tricolore, ha impresso anche un timbro istituzionale alla vicenda. Oggi il primo cittadino ha chiesto scusa, sottolineando che “quello che è successo ieri non doveva accadere”. Parlando con FoggiaToday, il sindaco ha di fatto ammesso le proprie responsabilità: “Il parroco, don Matteo Ferro, ha organizzato un momento di preghiera sul sagrato della chiesa. Io ci sono andato e insieme abbiamo pregato. Quando abbiamo iniziato non c’era nessuno. Ma nel prosieguo della preghiera è iniziata ad arrivare gente. E questo non doveva accadere, perché non si doveva sottovalutare questa possibilità”. “Quando ho visto la gente inginocchiata, a pregare, per me è stato difficile interrompere quel momento e mandare tutti a casa. È la mia unica giustificazione”, ha aggiunto Merla.

Il Venerdì Santo e lo stupore dell’Arcivescovo

Anche l’arcivescovo della diocesi foggiana, Vincenzo Pelvi, ha stigmatizzato l’accaduto. ”Meraviglia non poco quanto avvenuto sul sagrato della chiesa Maria Santissima Addolorata in San Marco in Lamis, nella serata di venerdì 10 aprile, dove un momento di preghiera silenziosa, programmato per essere teletrasmesso, si è trasformato in manifestazione con partecipazione di popolo. Un atto grave – ha sottolineato il vescovo – perché da parte dei presenti è venuto meno il buon senso e la prudenza nel contribuire alla tutela della salute ed evitare un ulteriore estensione del contagio”. Il presule, quindi, ha ribadito ai parroci diattenersi categoricamente, con interpretazione restrittiva, alle indicazioni già ricevute, evitando di mettere a rischio e in pericolo cittadini e fedeli che, chiusi in casa, con amarezza e grande sacrificio, stanno rinunciando alle celebrazioni religiose della Pasqua”.

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