Mascherine, su 122 farmacie in 8 città italiane, differenze di prezzo fino al 1200 per cento
Le mascherine per proteggersi dal Coronavirus sono divenute il nuovo oggetto del desiderio degli italiani.
C’è chi si ingegna con il fai da te ricavando le mascherine dalle traverse per la pipì del cane. E chi non bada al prezzo pur di conquistarne una “ufficiale”.
Ma la questione delle mascherine rischia di sfuggire di mano. Anche perché il decreto Cura Italia ha permesso la produzione e la vendita delle mascherine in autocertificazione.
Eppure, si fa comunque fatica a trovarle. Altroconsumo ha svolto un’indagine nei primi giorni di aprile in 122 farmacie e parafarmacie di otto città italiane.
L’indagine a Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma ha svelato che, nel 43 per cento dei punti vendita non ci sono mascherine.
E i prezzi delle mascherine possono registrare differenze fino al 1200 per cento.
Ci sono città come Padova “nelle quali le abbiamo trovate sempre. E città come Roma e Palermo nelle quali sono risultate difficili da reperire”.
E a Milano, capoluogo della Lombardia, Regione in cui dal 5 aprile è vietato uscire senza mascherine, quasi una farmacia su due ne è priva.
“I farmacisti si sono dimostrati molto disponibili nel dare informazioni al telefono, una cosa utile così la gente non deve uscire”, rilevano da Altroconsumo.
Per quanto riguarda i tipi di mascherine disponibili, si tratta quasi sempre di dispositivi chirurgici o similchirurgici. Cioè di mascherine concepite per proteggere gli altri dai noi e non viceversa.
Ovviamente trattandosi di una indagine telefonica, precisa Altroconsumo, “non abbiamo potuto verificare di persona le caratteristiche delle mascherine vendute”.
”I farmacisti contattati hanno detto di avere per lo più mascherine in carta, cotone, lavabili, a tre strati”.
”Per i veri e propri dispositivi di protezione individuale, quelli dotati di filtro Fpp2 e Fpp3, la disponibilità è minore se non addirittura inesistente (per le Fpp3)”.
Per quanto riguarda i prezzi, la situazione è davvero incontrollata.
“Si va da episodi chiaramente speculativi a farmacisti che, al contrario, le danno contingentate ma in regalo. Le differenze sono apparentemente ingiustificabili”,
”In una farmacia di Napoli (abbiamo chiamato due volte per essere sicuri) una mascherina da loro definita ‘chirurgica’ viene venduta a 6 euro e 50 al pezzo, ben il 1200% in più rispetto ai 50 centesimi del minimo venduto a Milano”.
“In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una Fpp2 a quasi 10 euro. E una Fpp3 l’abbiamo trovata in un solo punto vendita a 35 euro“.
Quando uno stato permette la speculazione sulle mascherine in caso di pandemia ,significa che non è all altezza di proteggere i più deboli e dimostra che chi dirige lo stato non ha la caratura della sua funzione. Certi dispositivi sanitari dovrebbero per legge avere il prezzo paragonato a quello delle strutture ospedaliere punto e basta. Putin insegna : togliere la licenza.
A COSTORO SI RITIRI SUBITO LA LICENZA E CHIUDANO IMMEDIATAMENTE
Quando una giornalista russa ha fatto presente al Presidente Putin di questo fenomeno speculativo, Lui, senza scomporsi, ha detto: “ritirategli la licenza e fateli chiudere”.
Quando, ancora oggi in un momento come quello che stiamo vivendo, manca il senso di solidarietà e si cerca ancora di arricchirsi sulla pelle della gente, non bisogna parlare bensì agire e non di certo con multe irrisorie ma facendoli definitivamente chiudere.
In questo modo sarà d’insegnamento per tutti.