Inquietante sospetto della Capua: mappate 10.000 sequenze delle mutazioni del virus. Perché non si pubblicano?
Ilaria Capua lancia un inquietante sospetto. Perché non si pubblicano gli studi sulle mutazioni del virus? «È possibile che il virus sia mutato? Non abbiamo ad oggi informazioni in questa direzione. Ci sono 10.000 sequenze, di cui 40 italiane. Molti colleghi si interrogano per quale motivo questi studi sulle sequenze italiane non vengono pubblicate. Eppure, bisogna studiarlo da tutte le angolazioni per essere più rapidi e combatterlo con maggiore efficacia».
Coronavirus, il sospetto di Ilaria Capua
Anche perché, prosegue la virologa, nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull’influenza aviaria, «siamo in ritardo per ciò che bisogna fare per arrivare alla Fase 2». Anzi, e alza il tiro delle sue annotazioni, «secondo me siamo non abbiamo ancora un’idea chiara di come l’infezione si sia diffusa in Italia. È una malattia che dipende da tanti fattori. Quello che manca è capire come è messo il Paese. È verosimile che non sia messo tutto nello stesso modo». La virologa Ilaria Capua, ospite a Di Martedì, si esprime così rispondendo ad una domanda sui preparativi in vista della Fase 2. E poi aggiunge un’ulteriore stoccata alla sua disamina: «Chi deve decidere se si riparte: scienziati o politici?». Una domanda insidiosa che le rivolge il conduttore Floris, alla quale la Capua replica significativamente. «È una domanda che cade a fagiolo. In questo mondo non vanno bene le persone che parlano una lingua sola, il politichese o lo scientifico stretto. Le decisioni su questi problemi così importanti e complessi devono essere prese in collaborazione. E devono essere prese ascoltando le ragioni prima di tutto della salute. E poi dell’economia, del tessuto sociale».
Una seconda ondata epidemica in autunno?
E dalla Fase 2 alla possibilità di una seconda ondata dell’epidemia, il passo è breve. E la risposta della virologa non si fa attendere. «È prevedibile una seconda ondata del virus in autunno? Potrebbe esserci. Specialmente se la cosiddetta immunità di gregge non è in grado di arginare la diffusione del virus. Sostanzialmente, stiamo cercando di arrivare a far circolare il virus sotto traccia. Come era all’inizio. Possiamo cercare di rallentare il contagio, osservando le misure e controllare l’immunità di gregge». Ma basterà? «Spero si arriverà ad un equilibrio – conclude l’esperta – in cui l’immunità di gregge rallenterà ulteriormente la circolazione. Per l’autunno, in particolare in alcuni parti d’Italia e del mondo in cui il virus non ha circolato molto, credo ci possano essere recrudescenze. Anche importanti. Per questo è indispensabile avere un quadro della sieropositività della popolazione italiana». E si torna, a bomba, alla vexata quaestio tamponi e mappatura degli asintomatici e dei cosiddetti “pauci sintomatici”…