Il coronavirus è arrivato dai mercati “horror” di animali (video). Ma la Cina non li chiude

6 Apr 2020 14:48 - di Robert Perdicchi

Il coronavirus, secondo molti scienziati, arriverebbe da lì, da uno di quei mercati “horror” di animali vivi, in Cina. “Mettere al bando i wet market, mostrando alle persone il ruolo che questi mercati hanno avuto nelle epidemie passate e rivelare la crudeltà inflitta agli animali con queste pratiche”. Questo è l’obiettivo della campagna di Animal Equality, l’organizzazione animalista internazionale che, attraverso una petizione alle Nazioni Unite, chiede di vietare i mercati di carni animali come quello – oramai tristemente famoso – cinese di Wuhan.

Un problema culturale in Cina

“In meno di 24 ore, la petizione è già vicina alle 100mila firme, solo in Italia abbiamo superato le 25mila – spiega all’Adnkronos Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia- Noi crediamo che l’Onu possa far pressione su questo tema”. Si tratta, spiega Cupi, “di un discorso culturale, nei paesi asiatici (e anche in Africa, ndr) vengono mangiati quasi tutti i tipi di animali. Ma non essendoci nessun tipo di regolamento, gli animali vengono brutalmente macellati per clienti che desiderano mangiare questo tipo di carne fresca”.

Le condizioni igieniche impossibili

Inoltre, c’è il discorso relativo alle condizioni igieniche. “Stiamo parlando di animali che vengono tenuti rinchiusi insieme in gabbie molto piccole e molto sporche – dice ancora Cupi – e questo crea terreno fertile per quelle che sono chiamate malattie zoologiche, che a lungo andare diventano una minaccia per la salute pubblica, tanto che in passato sono stati anche fonte di epidemia. Sars e influenza suina sono due esempi di epidemia che hanno avuto origine dagli animali che poi sono arrivati all’essere umano causando pericolosi focolai”.

Le origini del coronavirus

Per quanto riguarda il Covid-19 le origini non sono ancora chiare, “ma – osserva il direttore di Animal Equality – molti scienziati e ricercatori credono che tutto sia partito dal mercato del pesce di Wuhan”. O dai pipistrelli. L’organizzazione mette a disposizione alcuni impressionanti video che mostrano le condizioni igieniche di questi mercati, tra cui anche quello di Wuhan. “Spiego un’ultima cosa: si chiama wet market perché il sangue e le viscere degli animali quando vengono macellati cadono per terra e bagnano i pavimenti delle bancarelle. E’ un gesto di folklore che viene particolarmente ‘apprezzato’ dagli appassionati”.

 

Commenti

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  • Cristofanelli massimo 12 Aprile 2020

    Se non ci pensa il governo cinese a farli chiudere….ci dovrebbero pensare I governi degli altri Stati….con le buone o con le cattive…come ultima soluzione avvertimento alla popolazione sottostante…avvertiti di allontanarsi….e poi bombardare tutto…..e un paradosso ma fino a un certo punto….massimo cristofanelli

  • Lucia Angelucci 8 Aprile 2020

    Questa strage di animali uccisi in modo brutale deve essere fermata perché è fonte di infezione per chi li pratica e per l’ Umanità intera. Tutto l’ ecosistema è in pericolo. Mi chiedo come si possono mangiare cani, gatti, coccodrilli ecc. Fermate questo scempio.

  • marco 6 Aprile 2020

    per l’uomo ? e me li chiami uomini quei cosi la? altro che animali.