Coronavirus, così a fine febbraio la Protezione Civile Europea ci ha voltato le spalle. E ha ignorato i nostri appelli

21 Apr 2020 15:42 - di Redazione
CORONAVIRUS

Alla fine di febbraio, quando  il nord Italia già combatteva una lotta disperata contro la pandemia di Coronavirus, il governo chiese l’attivazione del Meccanismo Ue di Protezione Civile. Ma “purtroppo, in quel momento, non c’è stata nessuna risposta” da parte degli altri Paesi dell’Ue.

A svelare i retroscena di quando l’Europa ci ha voltato le spalle ignorando i nostri appelli nella lotta al Coronavirus è il commissario europeo alla Gestione delle Crisi Janez Lenarcic. Che, in videoconferenza nella Commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles, ha ricostruito la vergognosa vicenda. E ha spiegato che proprio l’assenza di risposte ha spinto la Commissione a lavorare da “subito”. Per avere una base giuridica. Che consentisse all’esecutivo Ue di avere una capacità autonoma di intervento nell’emergenza Coronavirus. Senza, appunto, dover dipendere dai contributi degli Stati membri.

L’equipaggiamento della riserva strategica Ue – mascherine, materiale protettivo, respiratori – svela  Lenarcic, “è ora in corso di acquisizione”. Un ritardo gravissimo che ha determinato contagi e morti per Coronavirus.
Il motivo? “Perché – spiega il commissario europeo alla Gestione delle Crisi  – prima non c’era la base giuridica per costituire una capacità europea. Per questo serve una base giuridica. E, in particolare, serve l’accordo degli Stati membri”.

Ma com’è andata la vicenda?

“A fine febbraio – ricostruisce Lenarcic – abbiamo realizzato che non c’era alcuna risposta alle richieste dell’Italia di assistenza. Era alla fine di febbraio, la lettera che l’ambasciatore Maurizio Massari (rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, ndr) ha scritto in riferimento a quella richiesta arrivata alla fine di febbraio”.

“La Commissione immediatamente, lo stesso giorno, la stessa ora – ha spiegato Lenarcic – ha attivato il Meccanismo Ue di Protezione Civile. E ha chiesto agli Stati membri di rispondere. Purtroppo, in quel momento non c’è stata alcuna risposta”.

“Più tardi – ha aggiunto Lenarcic – ci sono state e ora ce ne sono molte, ma in quel momento non ce n’è stata alcuna”.

Un silenzio imbarazzante e vergognoso. Che spiega fin troppo bene come molti Paesi europei intendono debba funzionare la solidarietà verso l’Italia. Lasciata sola a combattere contro il Coronavirus.

“E’ per questo – ha ricordato il commissario europeo alla Gestione delle Crisi  – abbiamo iniziato a lavorare subito per allargare la base giuridica per il meccanismo RescUe. Per migliorare questo tipo di equipaggiamenti. Per evitare di ritrovarci in futuro in una situazione simile, in cui non ci sono risposte alle richieste di uno Stato membro sopraffatto dall’emergenza che deve affrontare”.

“Una volta che questa capacità sarà pronta – ha detto ancora Lenarcic – sarà conservata in uno o più Stati membri: stiamo parlando con diversi Stati per sviluppare e ospitare questa riserva”.

“Una volta che sarà pronta, andrà immediatamente a coloro che richiedono aiuto. E che si trovano in uno stato di bisogno, in accordo con la metodologia di distribuzione. Che tiene conto dei bisogni e cerca di assicurare che il materiale finisca a coloro cui serve”, ha concluso Lenarcic.

Il futuro, forse, sarà diverso. Ma il passato, la totale indifferenza della Ue nei confronti dell’Italia che stava combattendo contro il Coronavirus, resta una delle pagine più vergognose della Comunità Europea.

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