Bollettino Covid-19, altri 482 morti. Ricoveri e terapie intensive in calo
Sono oltre 23mila i morti in Italia dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Nelle ultime 24 ore ci sono stati altri 482 decessi, per un totale di 23.227 dall’inizio della crisi. I casi attualmente positivi sono 107.771, con un incremento di 809 unità rispetto a ieri quando si era registrato l’aumento minore (+355) dal 2 marzo scorso. Scende ancora il numero delle persone ricoverate con sintomi: sono 779 in meno rispetto a ieri, per un totale di 25.007. La situazione migliora anche nei reparti di terapia intensiva dove si trovano attualmente 2.733 pazienti (-79).
In isolamento domiciliare 80.031 persone. I guariti sono in tutto 44.927, di cui 2.200 nelle ultime 24 ore. Dall’inizio dell’emergenza i casi totali sono 175.925 (+3.491). In tutto, sono stati eseguiti 1.305.833 tamponi.
L’incremento dei malati di coronavirus rispetto a ieri si concentra quasi esclusivamente in Lombardia: su 809 in più in tutta Italia ben 761 vengono registrati nella regione più colpita dalla pandemia, oltre il 94%. E’ l’aumento più rilevante in Lombardia dal 12 aprile scorso, quando i nuovi malati erano risultati 1.007 in più.
Terapie intensive e ricoveri in calo
La curva dei contagi in Italia è quindi stabile. Calano di poco i decessi. Sono però decisamente in calo da qualche giorno le terapie intensive e i ricoveri. Inoltre il 74% per cento dei pazienti e’ in isolamento al domicilio. “Più passa il tempo più il virus si indebolisce, questo è uno degli aspetti che possono concorrere alla lotta al virus per questo e’ importante evitare la promiscuita'” questo il commento del prof. Colantuoni dell’universita’ Federico II di Napoli. Rimane l’emergenza sanitaria in particolare nelle regioni del nord ma avanza la zona rossa a pochi chilometri da Roma nel comune di Campagnano.
Ecco i casi attualmente positivi al Covid-19 per Regione
34.195 in Lombardia,
13.584 in Emilia-Romagna,
14.223 in Piemonte,
10.444 in Veneto,
6.470 in Toscana,
3.412 in Liguria,
3.172 nelle Marche,
4.282 nel Lazio,
3.045 in Campania,
1.985 nella Provincia autonoma di Trento,
2.694 in Puglia,
1.403 in Friuli Venezia Giulia,
2.171 in Sicilia,
1.971 in Abruzzo,
1.556 nella Provincia autonoma di Bolzano,
431 in Umbria,
881 in Sardegna,
832 in Calabria,
549 in Valle d’Aosta,
262 in Basilicata
209 in Molise.
Potrebbe essere molto più chiarificatore dello stato vero delle cose se accanto ai dati odierni vi fossero riportati i deceduti a qualunque titolo dello stesso periodo ma dell’anno trascorso. Non si capisce altrimenti quanti decessi vanno attribuiti alla attuale pandemia. Disaggregato il dato degli ‘ospiti’ extracomunitari o non nazionali italiani per tentare di comprendere perché sembra che comunità ad alta densità come nigeriani/e e via dicendo non compaiono. Come mai? Muoiono solo gli Italiani? Sono stati fatti i riscontri nelle anagrafi comunali? Sono stati riscontrati con i dati delle caritas diocesane e delle associazioni di volontariato che gestiscono ampie fasce di stranieri?
Stanchi di inventare pronostici catastrofici, frutto di iperboli mentali oniriche, i sapienti dell’olimpo mondiale della sanità hanno scoperto la Storia e allora ecco i paragoni: a Milano vi sono stati più morti per il covid che per i bombardamenti alleati della II GM. Penso che la spiegazione più intuitiva stia nel fatto che mentre per i bombardieri qualcuno era riuscito a contrastarli, per il virus siamo sempre fermi al reclusorio di massa. Se proprio si deve disturbare la Storia penso che i paragoni dovrebbero essere altri, per esempio la bomba atomica. Su Hiroshima, una sola bomba da 16 kT spazzò via in pochi minuti più di 70mila persone, terminator ha impiegato qualche settimana ma per certi aspetti siamo lì.
Quello del 14 agosto 1945 si chiamava Little Boy, questo è covid19 ma gli effetti sono identicamente devastanti. Per Hiroshima allora e per noi adesso nulla potrà più essere come prima.