Altro che baby boom, i demografi: “Paura e incertezza freneranno ancora di più le nascite”

14 Apr 2020 16:20 - di Gigliola Bardi
nascite

L’emergenza coronavirus potrebbe rivelarsi il colpo di grazia alla natalità in Italia. A lanciare l’allarme sono i demografi, che smentiscono così i pronostici di quanti hanno ipotizzato un baby boom a seguito della quarantena. Secondo gli studiosi della materia, infatti, a prevalere potrebbero essere la paura e l’incertezza economica per il futuro: due deterrenti molto forti per le nuove nascite.

Demografi scettici sul baby boom

L’impatto di Covid-19 sul nostro Paese, dunque, anche da questo punto di vista, potrebbe essere devastante, soprattutto considerando che già lo scorso anno l’Italia ha toccato un nuovo record negativo, con circa 435mila nascite, il livello più basso, ha calcolato l’Istat, dal 1918. A condizioni date, infatti, l’ipotesi “più verosimile” è che “prevalga un impatto negativo”, ha spiegato all’agenzia di stampa Adnkronos, Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale dell’Università Cattolica di Milano. Per Rosina, lo scenario possibile è che “le difficoltà economiche e il clima di incertezza” frenino “sia la scelta di avere figli per le coppie già formate, sia la possibilità dei giovani di diventare indipendenti e formare una propria famiglia”. “È vero – ha aggiunto il professore – che dopo le grandi epidemie del passato e dopo la Seconda guerra mondiale c’è stata una ripresa di vitalità demografica, ma in questo caso non è scontata“.

Paura e incertezza frenano le nascite

Rosina ha ricordato che dopo la crisi economica del 2008 non c’è stata alcuna ripresa della natalità. Inoltre, ha sottolineato che l’uscita dalla crisi sanitaria potrebbe essere lunga, con un prolungato effetto di incertezza. Comunque il demografo non ha escluso in via assoluta che il lockdown possa dare qualche aiutino: più tempo per le coppie conviventi per stare insieme e più tempo per la famiglia grazie allo smart working. Anche un altro demografo e sociologo, Francesco Billari dell’Università Bocconi di Milano, però, prevede un calo dei nuovi nati. “Si prospetta uno shock economico permanente“, ha sottolineato Billari. “Il futuro ci appare come difficile, se non peggiore, e già l’Italia – ha sottolineato – non andava bene prima. Oggi i figli si fanno in momenti in cui c’è ottimismo e si pensa a un futuro migliore. La mia ipotesi – ha concluso – è che non ci sarà un baby boom, ma piuttosto l’opposto”.

Ma c’è chi resta ottimista

Ottimista, invece, è il sociologo Franco Ferrarotti, 94 anni. “Io – ha spiegato – lo sono di natura, ma sono convinto che dopo questa grave prova della pandemia, come reazione istintiva, ci sarà una forte ripresa della natalità“. La condizione, però, è che passi la paura del contagio, una volta arrivati gli strumenti, farmaci e vaccini, per combattere l’emergenza sanitaria. “È già successo molte volte nel mondo: quando un Paese si sente minacciato, ecco che poi, appena terminata la paura, esplode la rinascita“. In tutti i sensi. Il distanziamento sociale “è una mutilazione innaturale per i nostri popoli dei Paesi Mediterranei. Questo coronavirus non avrà conseguenze permanenti: un giorno – si è detto convinto Ferrarotti – tutto tornerà come prima”.

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