Vauro rivuole l’Aids, miserabile vignetta: la “ragazza del bacio” lo seppellisce

12 Mar 2020 11:05 - di Gabriele Alberti

“Basta coronavirus. Ridateci  l’Aids!”. La vignetta di Vauro, in prima pagina oggi su ‘Il Fatto Quotidiano’ grida vendetta. Il coronavirus sta dando alla testa al vignettista già resosi disgustoso con la polemica pro-Francia, a proposito dello spot di Canal+ sulla pizza italiana. Con la vignetta sull’Aids Vauro offende senza pietà.  Rosaria Iardino di prima mattina l’ha già vista e condannata:

“Vuol dire non avere memoria, significa che le persone morte di Aids sono state uccise non solo clinicamente, ma anche socialmente”. Morte due volte. Rosaria Iardino è la La ragazza del bacio’ con l’immunologo
Fernando Aiuti, che tutti ricordiamo, ritratta in una foto che nel 1991 fece il giro del mondo e cambiò la storia della lotta all’Hiv. La donna non usa mezzi termini, parlando con Adnkronos/Salute.

Vauro “squallido e ignorante”

Parla di “squallore e ignoranza terribile”, di “messaggio diseducativo per le nuove generazioni” che quel dramma non se lo ricordano più: “Quindici anni di sterminio che in Italia hanno causato 44mila morti. Non averne memoria è da miserabili”: è l’attacco fin troppo signorile di Iardino, oggi presidente della Fondazione “The Bridge” che vuole gettare un ponte fra il sistema sanitario e i bisogni dei pazienti. “La vignetta di Vauro – dice – sta offendendo 50mila famiglie che hanno avuto al proprio interno una persona morta di Aids”.

Squallore, offesa, ignoranza, sono i termini usati da Rosaria Iardino che fotografano bene lo stile Vauro. Che magari tenterà ancora una volta di spiegarci che questa è satira. Iardino non nega la gravità dell’emergenza in
corso. Ma “senza nulla togliere al coronavirus, l’Aids ha generato nel
nostro Paese 44 mila morti – ripete – e ancora ogni anno abbiamo circa
4 mila nuovi contagi”.

Gli infettivologi oggi in prima linea contro Covid-19, “i professori Rizzardini, Galli, Tavio – elenca l’attivista – sono quelli che hanno vissuto anche quel dramma. In 15 anni abbiamo avuto uno sterminio – ribadisce – Poi sono arrivati i farmaci e oggi  ringraziando il cielo stiamo bene. Ma parliamo di un’epidemia che si è stabilizzata dopo 30 anni e che venne considerata anch’essa pandemia”.

Intanto, un consiglio, chiosa il volto simbolo di anni che il vignettista ignora con grande insensibilità:  “Vauro per un giorno può anche non scrivere. Non succede niente”. Infatti il web lo compatisce: “Non fai ridere. Brutta, senza senso”. Per un satirico è veramente il fondo del fondo.

Commenti

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  • Antonio 13 Marzo 2020

    Qusto pseudo personaggio NON merita risposta

  • Massimiliano 12 Marzo 2020

    Parlare di questo tizio, bene o male che sia, serve solo a dare popolarità e visibilità ad un omino piccolo piccolo…

  • Manuel Loscò 12 Marzo 2020

    … e pensare che fino a 20 anni fa le sue vignette mi facevano sorridere… adesso è alla canna del gas e i traumi alla materia grigia si fanno sentire. Si crede spiritoso ed intelligente, invece ormai è un vecchio rinc*****nIto al quale si da troppo spazio: è ora di pensionarlo.

  • Giuseppe 12 Marzo 2020

    Credo che anche la satira debba tener conto di una semplice parola: RISPETTO.
    Soprattutto in memoria di chi non c’è più a causa di una malattia come l’A.I.D.S.

  • Pierro 12 Marzo 2020

    ma cosa fà il ns Presidente autorizza questa offesa a noi tutti, per favore, non parlate piu di questa immondizia generata da fogne umane. come ho già detto , “vauro se ti incontro sarà la prima e l’ultima volta. Maledetto.

  • PASQUALE AVINO 12 Marzo 2020

    questo soggetto è apparso più volte in tv e continua a scrivere
    secondo me andrebbe bandito dalla tv cosi da insegnargli l educazione civica
    trattato come persona non gradita oltre che disgustosa al vedersi
    e visto che tutti si rivoltano alle sue vignette
    la sua giustifucazione dello spot francese sulla pizza è davvero inaccettabile oltre che provocatoua e cretina da parte di uno spirito comunista e antiitaliano
    va anche chiesto ai pochi lettori del fatto di esprimersi e rifiutarsi di comprare quelle pagine oltretutto dirette da un giornalista fazioso