Rider colpiti a pugni in faccia e derubati a Milano: non era mai accaduto prima. «Tira una brutta aria»

31 Mar 2020 11:25 - di Redazione
rider

Rider a rischio. Pierfrancesco Scatigna, 25enne pugliese, stava consegnando delle cassette di frutta e verdura. L’hanno derubato e aggredito in pieno centro, a Milano. Pierfrancesco, da 5 anni milanese d’adozione, venerdì scorso stava effettuando una consegna con la sua bicicletta per l’azienda per la quale lavora. Ha capito che qualcosa non quadrava.

Il racconto del rider

«Ero in zona porta Venezia per consegnare un collo», spiega Scatigna all’Adnkronos. «Sono salito nell’edificio. Al ritorno ho notato che quello che avevo sistemato sulla bici non era come l’avevo lasciato. Avevo legato tutti i colli e li avevo coperti con un telo, come sempre. Quando mi sono girato verso l’angolo della strada ho notato un uomo che teneva in mano una cassetta di verdura che poco prima avevo lasciato sulla bici».

Un pugno in pieno volto

Francesco ha deciso quindi di inseguirlo e riprendersi la cassetta. Ma quando ha provato a farlo, è stato aggredito. «Quell’uomo mi ha tirato un pugno in pieno volto. Ho cercato di reagire e c’è stata una colluttazione. Ma quello che è preoccupante è che nello stesso giorno, hanno derubato un altro collega rider mentre stava consegnando del vino. Episodi di questo tipo è la prima volta che si verificano».

«Non mi ha dato il tempo di parlare»

Entrambi i rider stavano consegnando in abitazioni private e sono stati sorpresi da malintenzionati. O magari da persone che in una situazione di emergenza come quella del coronavirus fanno fatica a sopravvivere. «Gli ho detto “hey, cosa fai?”. Non mi ha neanche dato il tempo di parlare», spiega il rider. «Ha lasciato quello che aveva a terra e mi ha dato pugno». Nonostante l’aggressione, il 25enne non se l’è sentita di sporgere denuncia: «Credo fosse un disperato».

I rider non erano mai stati aggrediti

Bicicouriers – che in tutta Milano si occupa di consegnare buste, plichi, pacchi, documenti e cibo – per il momento non ha deciso di adottare particolare cautele: «Siamo a Milano dal 2015 e statisticamente a nessuno dei nostri 15 corrieri era mai successo un episodio di questo tipo», fanno sapere. Da quando l’emergenza sanitaria è divampata in Lombardia, l’azienda ha registrato un picco di lavoro. «Ora parliamo tramite citofono con i clienti. Lasciamo i pacchi sulle scale o sul pianerottolo», fa sapere Scatigna. «Molti ci considerano possibili untori ma anche noi abbiamo paura e adottiamo ogni cautela. Continuiamo a lavorare per assicurare ai nostri clienti un servizio puntuale e impeccabile».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • giovanni vuolo 31 Marzo 2020

    Come sempre capita, le situazioni emergenziali offrono la stura alle indoli più estreme. Perciò veniamo rapiti dall’eroismo di,medici, infermieri, forze dell’ordine, e purtroppo dobbiamo assistere all’abominio di farabutti seriali, per i quali ogni scusa è buona per delinquere. Il vero problema è che questi loschi figuri sono certi che resteranno impuniti. Un Paese serio, condannerebbe a pene severissime gli sciacalli. Penso ad esempio anche agli abusivi di alloggi, occupati da anziani, colpiti dal morbo. Contro questa mafia, lo Stato si è arreso già da tempo.