Il calcio si ferma. Giusto. Ma l’irrilevante ministro Spadafora ci fatto perdere un’occasione
10 Mar 2020 10:11 - di Maurizio Gasparri
Il campionato di calcio, insieme a tutto lo Sport italiano, si ferma fino al 3 aprile. Una decisione straordinaria, doverosa, unica. È difficile immaginarsi una domenica senza calcio, un lunedì senza la mitica Ode al Campionato durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. E forse anche per questo, da tifoso, ripenso con amarezza a quanto avvenuto lo scorso fine settimana, per ora l’ultima domenica sportiva, quando ci si sarebbe aspettati la trasmissione delle partite in chiaro, su canali visibili a tutti.
Quei vincoli contrattuali della Lega calcio
Ci saremmo aspettati, in altre parole, un atto di solidarietà, la possibilità di condividere un momento di spensieratezza e di svago, e sentirci nuovamente uniti seppure a distanza. È vero, ci sono vincoli contrattuali che riguardano la Lega calcio e soprattutto Sky e Dazon, le emittenti che trasmettono le partite del campionato in diretta. Ma il governo si doveva muovere in maniera più decisa. Semplici invocazioni di un ministro irrilevante come Spadafora non sono servite a nulla.
Sky ha commesso un errore
Forse era necessaria una direttiva, un vero e proprio provvedimento. Una situazione eccezionale avrebbe giustificato una scelta straordinaria. Ci sono interessi, diritti, aspetti legali di cui siamo ben consapevoli, ma la stessa Sky avrebbe guadagnato d’immagine se avesse consentito la trasmissione in chiaro delle partite di cui controlla i diritti. In un momento di grande tensione nel Paese, la possibilità di vedere alcune partite avrebbe rappresentato un segnale di fiducia.
L’egoismo, la voglia di denaro delle società di calcio e anche delle emittenti che detengono i diritti hanno impedito questa decisione, cui si somma l’incapacità del governo che avrebbe dovuto forzare la mano anche con un intervento ad hoc. L’egoismo in un momento di difficoltà collettiva è motivo di discredito. Siamo convinti che Sky e Dazon ci rimetteranno molto di più di quanto non abbiano guadagnato domenica.