Coronavirus, oltre 500 casi in Germania: “Focolai come in Italia”

6 Mar 2020 14:02 - di Redazione
Germania

Germania in emergenza:  “abbiamo più focolai” di Covid-19, “ma la maggioranza dei casi non è più importata dall’Italia, dalla Cina o dall’Iran o da altri Paesi. Sono casi che non sembrano più importati, quindi possiamo paragonare la nostra situazione a quella dell’Italia e a quella della Francia”. Lo ha spiegato il ministro della Salute tedesco in persona, Jens Spahn, durante il Consiglio straordinario a Bruxelles.

“Ci sono molti Paesi – ha continuato Spahn – che sono ancora nella fase ‘detect and contain’, come noi dieci giorni fa. E’ un tipo di situazione in cui tutti si ritroveranno, presto o tardi. Ora in Italia, Francia e Germania siamo in una situazione in cui constatiamo dei focolai, che sono fonte di propagazione della malattia a livello nazionale”.”Prendere misure alla frontiera, come negli aeroporti, non permette di contenere la malattia. Per questo in Parlamento ho detto che l’epidemia è ormai arrivata in Germania”, ha concluso il politico della Cdu.

Germania:  534 contagi

Il numero di persone contagiato da nuovo coronavirus in Germania è di 534, contro i circa 400 di cui era stato riferito ieri sera. La malattia si è diffusa in 15 dei 16 stati del paese con l’eccezione della Sassonia-Anhalt. A riferirlo è stato il Robert Koch Institute, precisando che il Land più colpito è quello del NordReno Westfalia, con 281 casi confermati, seguito dal Baden-Wuerttemberg (91) e dalla Baviera (79).

Siamo tutti sulla stessa barca. Tutti prima o poi arriveranno nella situazione in cui sono ora Francia, Italia e Germania” per l’epidemia di coronavirus: “un cluster interno al Paese che si espande sul territorio e prevede misure di contenimento”, per questo serve “solidarietà” verso questi Paesi e “collaborazione”,  coinvolgendo anche i Paesi confinanti”. ha concluso il  ministro della Salute tedesco. Che, aprendo il suo intervento,  ha espresso “solidarietà ai cittadini italiani, che sono i più colpiti da questa epidemia”.

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