Coronavirus, lo scivolone del governo: discrimina i lavoratori autonomi
Coronavirus e decreto d’urgenza: riceviamo e pubblichiamo
La Cina ha conservato religiosamente il segreto del contagio, mentre sfuggivano dai suoi confini e dal rigido controllo delle informazioni, i video “sospetti” di infermieri allarmati e di malati esanimi, caduti per strada. Il Covid-19 è un virus democratico, perché non fa discriminazioni: colpisce tutti, senza distinzione di sesso, nazionalità o religione.
Che fosse una problematica di dimensioni mondiali era noto sin da Gennaio, almeno per i ben informati. Le multinazionali farmaceutiche, infatti, avevano vietato, dapprima ai propri dirigenti e poi ai dipendenti tutti, qualunque spostamento internazionale, ma anche nazionale.
L’informazione, all’epoca dei social, viaggia velocemente con due modalità distinte. Una rapida e puntuale, l’altra rapida e magmatica. Non è sempre facile distinguere il vero dal falso, la montatura dalla realtà, il comico dall’orrendo. I mezzi informativi di massa, seppur travolti da questo flusso di notizie dovrebbero avere la capacità, lo scrupolo e talvolta anche il dovere di filtrare.
Il legislatore, quello dell’urgenza, cioè il Governo, inebriato dalle molteplici e spesso discordanti indicazioni pervenute dall’estero ed anche dai nostri “esperti” nazionali; perennemente in televisione, è passato da una condizione di “osservazione compassata” ad una di “interventismo scomposto”. La nostra “intelligence”, pur depotenziata, avrà sicuramente raccolto dati ed informazioni prima. E con il giusto ed altrettanto certamente elevato grado di attendibilità, consegnandoli depurati.
Il governo ha fatto un errore nel decreto sul coronavirus
Nella fretta di trovare una soluzione, dunque, considerato il propagare dell’infezione è stato emanato il D.L 9/2020, con una serie di misure. Tra le tante, una in particolare ha destato la curiosità di chi scrive: l’art. 16. Nella norma viene introdotta un’indennità mensile di 500 euro mensili a favore dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, iscritti all’INPS. Ma, com’è noto, questa categoria (lavoratori autonomi e dei liberi professionisti), nella maggior parte dei casi è iscritta presso Enti di previdenza privata. Ci sono i medici, gli operatori socio sanitari, gli ingegneri, gli architetti i ragionieri ed i dottori commercialisti ed anche gli avvocati.
L’appello degli enti di previdenza professionisti
È per questo che l’Adepp (associazione degli enti di previdenza professionisti) ha chiesto al Governo una modifica urgente al Decreto Legge 9 del 2020 sul Coronavirus. Se, dunque, il Covid-19 colpisce tutti, chi discrimina, invece, è il legislatore. Nell’emergenza, nella capacità di raccogliere e scremare dati ed informazioni, nell’ascolto attivo, nella negazione del pregiudizio, e nella congruità della reazione si distingue la capacità di chi professa. Lo stesso si chiede al buon amministratore pubblico.
“Il governo rimedi”
È vero, nella fretta tutti possono sbagliare, ed è per questo che si scusano gli errori. Ma c’è sempre la possibilità di rimediare, una volta compresa la dimensione del problema. Ed è questo che si chiede, senza dover ricorrere, sempre e per forza, alla carta bollata.