Coronavirus, la rivolta dei dipendenti Rai: «L’azienda si occupi della nostra salute»

13 Mar 2020 13:51 - di Redazione
Rai

«La situazione nel Paese è eccezionalmente nuova e grave. Nessuno di noi ha la verità in tasca e tutti proviamo, ciascuno per le proprie responsabilità, a gestire una fase inedita quale quella che stiamo vivendo in queste ore». I sindacati Rai scendono in campo per fronteggiare l’emergenza da coronavirus con un durissimo comunicato.  «Questa considerazione – si legge nel testo – vale per tutte le aziende che in queste ore stanno fronteggiando una fase emergenziale. E quindi non può non valere anche per un’azienda grande e complessa come la Rai. Ciò non toglie però che, proprio nella fase delle emergenze, escano fuori in tutta la loro profondità i “bachi” gestionali che, in tempi di normalità sono poco evidenti, quando non “comodi” per qualcuno. Senza sottovalutare gli sforzi che l’azienda sta profondendo in queste ore, appare di tutta evidenza come stia mostrando tutti i suoi limiti l’organizzazione che vige in azienda».

I dipendenti Rai: «Rapidità decisoria»

E poi ancora: «L’esistenza di veri e propri “viceré”, forse può aver avuto qualche utilità in tempi tranquilli, ma non può funzionare oggi. A dire il vero, anche nella normalità questo sistema aveva già dimostrato tutti i suoi limiti. Altrimenti non si spiega l’esistenza di un arretrato ferie in azienda impressionante. A dimostrazione di come il “patronage” individuale mal si sposi con una organizzazione del lavoro complessa. In tempi eccezionali una organizzazione fondata sui “viceré” è semplicemente disastrosa. In queste ore in Rai, come in tutte le aziende complesse del Paese, ci sarebbe bisogno di rapidità decisoria. Anche per evitare ulteriori disastri, come quello che si consumando in queste ore sulle ferie, le cui modalità utilizzate impediscono di trattare il tema con lucidità e trasparenza, per trasformarlo nell’ennesima leva gestionale».

I sindacati: «Univocità delle scelte»

Nel documento i sindacati chiedono univocità delle scelte. «La trasparenza dei criteri – si legge ancora – nell’applicazione delle cose, anche in tempi eccezionali, è fondamentale nell’applicazione delle decisioni. L’esatto contrario di quanto sta avvenendo in azienda. Se si decide che lo smartworking è uno strumento chiave in questo momento in Rai come in centinaia di altre realtà produttive ugualmente articolate, non si può dover passare attraverso la mediazione “misteriosa” dei singoli capi (spesso “capetti” onestamente), più attenti alla operatività del proprio orticello che al bene complessivo dell’azienda e dei dipendenti. La salute e la sicurezza dei lavoratori, oltre all’esercizio dei propri doveri di Servizio Pubblico».

È il tempo delle responsabilità

«Questo è davvero il tempo della responsabilità. La Rai – scrivono i sindacati –  rispetto ad altre realtà produttive, ha l’innegabile particolarità di essere un elemento imprescindibile nel garantire una informazione seria e costante in un frangente storico come questo. E quindi anche il sindacato farà fino in fondo la propria parte. Ma ciò non può esimerci dall’evidenziare ciò che non funziona nell’organizzazione aziendale. E che finisce per rendere meno efficace lo sforzo che si sta mettendo in campo. Con l’evidente rischio di creare situazioni di conflittualità locale. Per questo in data odierna abbiamo scritto a Rai, per avere il dettaglio delle disposizioni che l’azienda aveva intenzione di rendere note. Abbiamo ricevuto una serie di comunicazioni, che sebbene tardive, si sono dimostrate apprezzabili, almeno nelle intenzioni, ma poco incisive nei fatti. Lo stesso vale per il messaggio dell’amministratore delegato e del presidente alle lavoratrici e ai lavoratori della Rai: apprezzabile nello slancio, ma anche questo tardivo alla luce della situazione che l’Azienda sta vivendo.

La richiesta di dispositivi di sicurezza

«Lo testimoniamo – si legge ancora – palesemente gli avvenimenti di questi giorni, dove si sono alternati atteggiamenti di mera accondiscendenza di facciata, uniti all’incapacità o alla mancanza di volontà di dare seguito a molte richieste sindacali, a tutti i livelli Rsu e Rls. Che riguardano principalmente la richiesta di dispostivi di sicurezza. E le condizioni di lavorare in sicurezza che sono state e sono il vero vulnus di questa azienda! A questo si sono aggiunte le comunicazioni contrastanti, le conseguenti smentite o i palleggi puerili di responsabilità tra diverse anime dell’azienda poco abituate a cedere parte del proprio potere».

I sindacati: «Errore strategico»

«Per ciò che ci riguarda – concludono i sindacati Rai – non si tratta soltanto di un errore strategico, imperdonabile in una fase emergenziale come questa. Ma di una miopia tale che ha come unico risultato quello di esasperare ulteriormente l’animo delle lavoratrici e dei lavoratori, che questa Azienda la amano e la difendono ogni giorno con il loro lavoro. Non è un mistero che le organizzazioni sindacali a tutti i loro livelli, in particolare le Rsu/Rls che ringraziamo per il loro lavoro splendido in questa situazione emergenziale, stiano faticando non poco per evitare che la situazione possa scappare di mano. Richiamando tutti a quel senso di responsabilità necessario in questa fase. Ci permettiamo di estendere questo appello a tutti i livelli dell’Azienda».

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