Coronavirus e fantasma della peste: superstizioni di ieri, manipolazioni politiche di oggi

2 Mar 2020 15:41 - di Antonio Saccà

L’emergenza  coronavirus di oggi  richiama il fantasma della peste del passato. La peste è un termine che va oltre il significato letterale  di una precisabile malattia. È  un qualsiasi malanno che coinvolge gran parte o tutta l’umanità. È spettro  antico. L’umanità è fragile. Esposta. Sicchè abbiamo molte narrazioni sulla peste. Quella nel V secolo a.C. in Atene, di Tucidite. Quella di Boccaccio nel XIV secolo. Quella di Manzoni relativa al XVII secolo e di cronisti contemporanei.  Terrificanti  descrizioni che impressionano anche oggi. E l’apocalittica narrazione poetica di Tito Lucrezio Caro, nel I secolo a.C. Che non fu una peste vissuta a Roma ma scritta come segno della sottomissione dell’uomo alla Natura non soccorso da alcuno.

La peste, la  scienza, la natura

Nel passato, quando avvenivano tali situazioni, gli uomini erano convinti che gli dèi o Dio li permettessero o  li volessero a punizione dei loro  maldestri atti. O, più ottimisticamente, per affratellarci nel comune aiuto. L’origine, in ogni caso, era oltreumana, anche se poi lo strumento esecutivo poteva essere l’uomo che contaggiava l’uomo. Quando furono scoperti organismi invisibili dall’occhio, bacilli, virus, la valutazione cambiò. Questi microbici corpuscoli che girando nell’aria entrano nel respiro. Soffocano i polmoni. O infettano le mani. Openetrano nel sangue. E lo emorragizzano. O sciolgono gli intestini. Oimpongono febbri divoranti. O staccano la carne ai viventi. Furono presi di mira. Spesso vulnerati. La Scienza sostituì la religione e parve che le pesti cessassero il loro dominio. E la stessa Natura  si inchinasse all’uomo tecnico e indagatore. Fu così e non fu così.

Nuova peste e ritorno della magia

Pesti del passato, passarono. Ma altre pesti insorsero. Giacchè come evolve la scienza. Evolve il batterio, il virus o ne nascono di nuovi e la Scienza da princio barcolla, ed è scavalcata. Poi si organizza e fino ad oggi una pandemia che radicalizzi il deserto umano non vi è stata. Però nel momento in cui si sta nell’ignoranza e la Natura sembra prevalere sull’uomo, torniamo come nelle antiche pest. Diffidiamo della Scienza, ci impanichiamo, il vicino diventa un nemico. La città una prigione. Ci sospettiamo. Sprofondiamo nella magia da contatto. Toccare o essere toccati ha effetti (o avrebbe) diabolici. In questo pandemonio non poteva mancare la politica. Come detto, è l’uomo in ultimo che contaminerebbe l’uomo nelle pesti, strabiliante opportunità per indicare nel peccatore, nel nemico, l’arrecatore del maleficio. E  la Scienza chiude i battenti e torna la magia. Ma in veste politica. Da anni  l’Europa è diventata attrattiva. Cinesi , sudamericani, bengalesi, africani di varie nazioni ed altri, per loro guerre o miseria o affarismo vengono da noi. Di recente i cinesi hanno recato anche un virus che li colpisce nel loro Paese e si inoltra fuori dal loro Paese.

Razzismo contro il Nord

A parte radi atteggiamenti negatori nei riguardi di qualche cinese, abbiamo esibito dimostrazioni di comprensione e di amicizia. A nessun cinese è stato proibito più che ad un italiano alcunchè, né la gente ha avuto atti violenti e repulsivi nei riguardi di cinesi. E se i ristoranti cinesi sono poco frequentati, lo sono anche i ristoranti italiani. Del resto oggi l’Italia accoglierebbe anche i marziani, si decidessero. Ebbene. Mentre vengono da noi ben accolte persone che potrebbero recarci qualche problema, chi è stavolta il nemico, l’appestatore dell’italino? Chi è? È l’italiano del Nord! Stiamo subendo una situazione che ha dell’incredibile. Il Sud si rivolta contro il Nord temendo di essere infettato dal Nord.  È una maniera abbagliante, del tutto magica di interpretare quello che sta accadendo, rendere contamiante una ampia parte di un paese! Magia nera. Il Sud avrebbe il riscatto essendo incontaminato e non volendo essere contamiato. Più che essere repulsivi e gridare al contaminante, occorre unirsi per cercare soluzioni totali della nostra nazione e uscire da questa tenaglia. Che senso ha proclamare la salute del Sud contro la malattia del Nord,  il Sud immune, il Nord contaminato? Bisogna salvare il Nord non godere della malattia del Nord, quasi che il Sud infine avesse ottenuto una vittoria. Oltretutto l’eventuale crisi economica del Nord farebbe rovinare l’intero Paese.

Le responsabilità della politica

Ma non è il popolo del Sud, con eccezioni di improvvisati condottieri , a inneggiare al godimento del Sud, è il Governo del Centro che per svilire le Regioni del Nord. Rette da tutt’altre forze politiche. Ha utilizzato la “peste” per denigrarne il sistema sanitario, diamante di quelle regioni. Al dunque, un Governo che si spalanca ad ogni straniero portatore reale di possibili danni, diventa severissimo contro una parte di sé. E c’è gente che lo segue in questo controsenso.  Abbracciano i cinesi, respingono gli italiani. O si è severi con tutti o con nessuno. E certo non prevalentemente contro noi stessi. Ma è un fenomeno da studiare. Attualmente in Italia l’Altro importa più del Noi. Il Prossimo più del Se Stesso. E sono in voga terminologie per affermare questa tendenza. Se ti difendi e assumi cautele, controlli, renitenze sei con pregiudizi, a cominciare, pervenendo al razzismo. Come se gli Stati fossero centri di accoglienza a porte spalancare ed un popolo valesse l’altro ovunque.Sicchè, per dire, se con l’andamento demografico tra decenni saremmo pareggiati da altri popoli, da noi, uomini siamo noi, uomini loro, e via così!. Ma che succede, è un errore amare noi stessi e la nostra civiltà? Possiamo illuderci di essere rispettati se perdiamo sovranità nel nostro stesso Paese? L’Europa, come Unione Europea, aggiunge veleno. Nessun patriottismo europeo, nessuna consapovelezza drammatica del fatto che la demografia ci condanna all’eclissi e l’accoglienza sostitutiva ci altera, sostitutiva, dico, non integrativa, perchè l’accoglienza integrativa integra i nostri vuoti, l’accoglienza sostitutiva ci sostitusce di noi, è un cambio di popolazione. 

Il senso vero dell’amore per il prossimo

L’odierna “peste” svela situazioni perniciose,non la malattia, forse grave e pandemica. Ma la totale dissennata maniera di percepirla “politicamente”, filosoficamente, direi. Invece di stringere la Nazioni  in sé e l’Europa in sé, maggiori fratture e sempre l’ossessiva apertura all’Altro. Il fantasma del XXI secolo, e l’Altro può essere chiunque, purchè sia Altro. Quasi che fosse stato detto. Ama l’Altro come te stesso. Ed invece è stato detto: ama il prossimo “tuo” come te stesso. E fino a prova contraria il prossimo non è il “chiunque”. Altrimenti sarebbe stato detto: ama chiunque. No, è stato detto: “prossimo”. E ripeto, il prossimo “mio” non può essere chiunque. Ma, appunto, il prossimo “mio”. Oltretutto non devo amarlo a mio danno. Amarlo “come me stesso”. Non contro me stesso. Quindi, se reca male non devo amarlo. E per chiudere al modo di Alessandro Manzoni: che la “peste” porti amore del “prossimo”.

                                                                                               

 

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  • GIORGIO MARIA BORGATO 2 Marzo 2020

    Saccà , filosofo , saggista , giornalista . Penso sia una persona di grado superiore , di statura importante . Stringente e lucido , mette il dito in mille piaghe senza remore , senza voler dimostrare altro che la sacrosanta realtà delle cose . Mi compiaccio della sua collaborazione con questo giornale , purtroppo a volte di piccole penne .
    Grazie , Saccà , dai una forma ed una sostanza a quelle sensazioni difficili da esprimere , ma vivide nelle nostre menti .