Contro le paure del coronavirus meno frottole e più chiese aperte
Passi il saluto a distanza. Da politico che non ha mai smesso di essere un militante e che ogni settimana macina chilometri su e giù per l’Italia, stringendo centinaia di mani, dico che si tratta di una norma di igiene più che condivisibile. Ma quello che però mi ha lasciato perplesso, forse anche smarrito, è la chiusura delle Chiese, non solo nelle zone rosse.
Il portone sbarrato di San Luigi dei Francesi (nella foto), le messe semi deserte, la catechesi dei bambini sospesa lasciano un senso di sconforto. Dove andremo a finire, se anche la Chiesa chiude le porte, in senso proprio e metaforico? Colgo questa occasione per fare una riflessione. Negli ultimi anni i politici cattolici si sono trovati quasi isolati su temi fondamentali come la tutela della vita, la famiglia, la lotta alla droga. Ad essere venuta meno non è certamente la nostra volontà di azione. C’è stato piuttosto uno scollamento tra noi cattolici in politica e le gerarchie della Chiesa.
Il Cardinal Ruini, che considero guida spirituale ma anche politica e con il quale ho il privilegio di condividere da anni riflessioni, nel libro-colloquio firmato insieme a Gaetano Quagliariello dice chiaramente: “il mondo cattolico e la stessa gerarchia rischiano di abdicare a quello che è un loro preciso dovere, prima che un loro diritto. Di rinunciare, cioè, a testimoniare con forza e chiarezza la verità umana e cristiana in materia di etica pubblica”. Parole chiare, sagge e illuminanti. Sulle quali dovrebbe riflettere soprattutto la Cei, per l’eccesso di appoggio di taluni esponenti della Chiesa a personaggi come Conte e al suo governo.
Grillini e Pd sono i fautori della legalizzazione delle droghe, delle pratiche eutanasiche, dell’aggressione costante alla vita e alla famiglia. Anche per questo noi cattolici impegnati in politica dobbiamo intensificare la nostra azione ed essere più uniti. E farci sentire di più. Chi sta con Pd, grillini e Conte, sta dalla parte dei nemici della vita. È tempo di dirlo con chiarezza. Meno frottole e più Chiese aperte.
Sono perfettamente d’accordo sul discorso generale. Mi permetto però di dissentire per quanto riguarda l’apertura delle chiese. Le chiese sono luoghi di aggregazione come altri. Impossibile mantenere la distanza di un metro, ad esempio. Nella “peste” del Manzoni il cardinale Borromeo volle organizzare una processione per ottenere da Dio la fine dell’epidemia. Conseguenza: gli infetti aumentarono in maniera esponenziale. Non sfidiamo l’Onnipotente. Chi è sinceramente credente come me (e come Lei) per certo non abbandonerà le sue convinzioni religiose perché per un periodo determinato e per gravissimi motivi le chiese restano chiuse. Cordialità.