Calcio, lo stop di Spadafora: “Impossibile riprendere il 3 maggio “

29 Mar 2020 12:01 - di Davide Ventola

“Riprendere i campionati di calcio il 3 maggio è irrealistico. Domani proporrò di prorogare per tutto aprile le competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò le misure agli allenamenti sui quali non eravamo intervenuti perché c’era la possibilità che si tenessero le Olimpiadi”. Lo dice a Repubblica il ministro dello Sport e dei Giovani Vincenzo Spadafora.

“Il calcio non può riprendere come prima”

“Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la serie A. Destinerò un piano straordinario di 400 milioni allo sport di base, alle associazioni dilettantistiche sui territori, a un tessuto che sono certo sarà uno dei motori della rinascita – spiega il ministro – Dal calcio di serie A invece mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento: le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che niente, dopo questa crisi, potrà più essere come prima”.

Un danno da 900 milioni di euro

La crisi economica collegata al Covid-19 rischia di produrre effetti pesantissimi sul calcio italiano. Il Sole 24 ore ha fatto i conti. Il fatturato diretto del calcio italiano tra serie professionistiche, dilettanti e giovanili è di 5 miliardi all’anno. L’ammontare delle entrate a rischio dipende dagli scenari che si concretizzeranno nelle prossime settimane. Non bisognerebbe trascurare l’effetto trascinamento della crisi sulla prossima stagione, sia per il protrarsi della pandemia e le riserve psicologiche a riaffollare gli stadi. Sia per il propagarsi della recessione sulle aziende dei proprietari e degli sponsor.

Il punto sul calcio del Sole 24 ore

Figc e Lega hanno proposto al governo misure che, evitando una logica di pure sovvenzioni, possano mettere in sicurezza il settore e favorirne il rilancio. A partire da un pieno riconoscimento dell’esistenza di una “causa di forza maggiore” per arginare le potenziali controversie legali con fornitori, tesserati, broadcaster e sponsor. Per ovviare ai problemi di liquidità si sollecitano la sospensione del canone per gli impianti, il rinvio delle scadenze fiscali e contributive e l’estensione della cassa integrazione ai calciatori di Serie B e Lega Pro con stipendi massimi di 50mila euro annui. La Figc valuta l’istituzione di un fondo “salva calcio” con il concorso dell’Ics e della Cdp in modo da agevolare la ristrutturazione di finanziamenti e leasing bancari, nonché l’accesso al credito per operazioni di patrimonializzazione.

(Foto Ansa, Bologna-Inter)

 

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