Renzi non prende più in giro nessuno, è stato smascherato. Vuole l’inciucio pro domo sua

29 Feb 2020 10:51 - di Souad Sbai
Renzi
La politica italiana ai tempi del coronavirus. Matteo Renzi, sempre più spina del fianco del premier Giuseppe Conte. Davvero un tormento quotidiano per il fu avvocato del popolo, fin dall’inizio dell’esperienza di governo rosso-gialla.

Gli attacchi di Renzi

Dopo aver favorito il colpo di mano che ha portato alla nascita dell’attuale esecutivo, Renzi non ha perso occasione di attaccare Conte e altri esponenti del governo anche sul piano personale. L’ha fatto con il supporto dei pretoriani del suo nuovo partito, Italia Viva, un nome che di questi tempi suona ancor più beffardo del solito.

L’opera di delegittimazione

La guerra del giglio magico aggiornato su giustizia, economia, burocrazia, reddito di cittadinanza, sindaco d’Italia, per non parlare del mercanteggiamento dei parlamentari, ha ceduto il posto al centro delle cronache giornalistiche solo al Coronavirus. Ma anche la super emergenza sanitaria non ha interrotto l’opera di delegittimazione del presidente del consiglio.

Le diverse prospettive dei due Matteo

L’aver evocato il governo di unità nazionale per fronteggiare la crisi con un premier diverso da Conte, ha trovato la sponda dell’altro Matteo, quello leghista, recatosi al Quirinale come a chiederne la benedizione a favore di un contro-ribaltone. Tuttavia, diverse sono le prospettive dei due Matteo. E se “d’inciucio” davvero si tratta, quello leghista rischia di cadere nuovamente in una trappola della sinistra. Renzi guarda infatti al centrodestra non come possibile partner all’interno di una coalizione di maggioranza che dia la fiducia a un qualsivoglia nuovo governo.

I sondaggi spaventano Renzi

Piuttosto, con i suoi ammiccamenti, Renzi punta a sottrarre al centrodestra parlamentari, per rafforzare i ranghi di IV. E soprattutto voti, visti i sondaggi sull’indice di gradimento elettorale, finora impietosi, chissà perché, nei confronti del partito che annovera immancabilmente anche Maria Elena Boschi e Ivan Scalfarotto. Voti e parlamentari, s’intende, come acqua da portare al mulino della sinistra a cui Renzi appartiene, in una dinamica già sperimentata con il Movimento Cinquestelle.

L’ex premier non vuole le elezioni

L’offerta di supporto, a dir poco pelosa, giunta via WhatsApp al presidente della Lombardia, Attilio Fontana, s’inserisce in tale schema. Al contempo, Renzi ha messo in chiaro che una fine del Conte-bis non dovrà corrispondere alla fine anticipata della legislatura.

La strategia di Italia Viva

Prima del 2023, le urne per la maggioranza degli italiani resteranno interdette. Il tempo necessario a Renzi per riorganizzarsi sul territorio, tessere le fila dietro le quinte e creare le condizioni per assicurarsi un futuro da protagonista anche dopo le prossime elezioni politiche.
Pertanto, Renzi non sembra realmente interessato ad arrivare a un punto di rottura con Conte. Continuerà con ogni probabilità ad incalzarlo e a minacciare crisi su crisi, così da avere maggiore voce in capitolo sia nell’imminente nomina dei vertici delle aziende di stato, che in generale nell’azione di governo.
Nel più lungo periodo, la grande posta in palio è il successore dell’attuale presidente della Repubblica nel 2022 e al riguardo c’è da scommettere che Renzi non mancherà d’influenzare i giochi politici affinché il parlamento elegga un profilo di suo gradimento.
L’altro Matteo vorrebbe invece elezioni anticipate, evoluzione impensabile per tutta la sinistra. Ma attenzione, anticipate non vuol dire immediate. Il leader della Lega si è infatti espresso a favore di un nuovo governo che traghetti il paese alle urne tra 8 mesi. Il tempo necessario a risollevare la percentuale di consensi che i sondaggi danno in flessione con una campagna elettorale stile Emilia-Romagna? Visti i precedenti, per il centrodestra e il futuro dell’Italia è meglio che “l’inciucio” non esca da dietro le quinte, perché finirebbe per lasciare il paese nelle mani del vieux régime.

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