Governo, lite sull’Ice: Scalfarotto minaccia le dimissioni, ma Renzi lo convince a restare
Tanto tuonò che non piovve. Italia Viva blocca il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto proprio mentre già pregustava il fracasso della porta sbattuta con indignato furore. Invece ha dovuto socchiuderla con garbo e improvvisare una nota dalle dimensioni di un’articolessa per spiegare il suo “mi dimetto anziché non“. Proviamo a sintetizzarlo noi in parole povere, poverissime. È successo che Di Maio, che degli Esteri è il titolare, si è finalmente deciso ad assegnare le deleghe ai propri vice, tra cui – appunto – Scalfarotto. Ma il sottosegretario è rimasto basito quando ha appreso dal relativo decreto con tanto di firma e timbro in partenza per la Corte dei Conti di doversi occupare praticamente dell’…acqua calda. Poca roba, insomma.
Scalfarotto scontro con Di Maio sulle deleghe degli Esteri
Tutta la polpa della delega resta infatti nelle mani del ministro e di altro innominato sottosegretario (il grillino Manlio Di Stefano?), compreso l’Ice, l’Istituto per il Commercio con l’estero. Il vero “pezzo forte” della delega. Ufficialmente Scalafrotto si lamenta del metodo prima ancora che del merito. Ed in effetti la decisione gli è stata comunicata a cose fatte e, per di più, «rinnegando gli accordi assunti al momento della formazione del governo». E sicuramente c’è del vero. Ma il merito ha la sua importanza. E, gira e rigira, il merito gira proprio intorno all’Ice. Che significa imprese, fondi, investimenti, incarichi, relazioni interne ed internazionali. In una parola sola: potere.
Il sottosegretario: «Ne riparleremo a virus debellato»
Scalfarotto lo scrive chiaro nella sua lunga nota. E bolla come «grossolano errore» l’idea di «frazionare le competenze del Commercio internazionale privando le aziende che esportano e le nostre fiere – già in gravissime difficoltà a causa del coronavirus – di una interlocuzione unitaria con il governo». L’accusa del renziano è grave: Di Maio ha voluto accontentare così un po’ tutti piuttosto che «perseguire il superiore interesse del Paese». Da qui, la minaccia di dimissioni, poi rientrata grazie alle pressioni del suo partito. Ogni scelta – spiega Scalfarotto – è rinviata a quando sarà cessata l’emergenza sanitaria. Un altro che aspetta la normalità per decidere. Avanti così, e il numero di quelli che restano sulla poltrona in nome del virus supererà quello dei contagiati.
Se mettono l’ICE in mano a scalfarotto o qualsiasi altro personaggio delle 5 stalle, addio dell’industria italiana con l’estero. Sara’ la fine anche della nostra industria , tanto pesante come manifatturiera.
Che patetica fine sta facendo il nostro Paese.
Perche’ lo avete messo in mano a questi quattro incapaci / A cosa pensavate quando avete votato? Ormai e’ tardi e la frittata e’ fatta.