Lombardia: misure restrittive per altri 7 giorni. L’infettivologo: «Ospedali ai limiti di tenuta»

28 Feb 2020 19:07 - di Redazione

Lombardia, l’emergenza continua L’intenzione della Regione  è di «mantenere per un’altra settimana» le misure di contenimento del virus.  E ciò «in zona rossa e gialla». L’annuncio viene dall’assessore al Welfare Giulio Gallera.  Il governatore del Veneto, Luca Zaia, affida dal canto suo la decisione all’Istituto Superiore di Sanità. Ma il premier Conte risponde che la decisione sarà presasabato 29 febbraio. Un grido di allarme arriva invece da Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano.  Sostiene che gli ospedali della Lombardia alle prese con l’emergenza coronavirus sono «ai limiti della tenuta». «Gran parte dei letti, nei reparti di Rianimazione – sono occupati da questa patologia. Alcuni ospedali sono in grave crisi, come Lodi e Cremona, dove registriamo un sovraccarico di pazienti».

 La Regione Lombardia schiera in ogni caso le misure anti-coronavirus per un’altra settimana: «Le misure adottate domenica scorsa alla luce dei dati sono assolutamente valide e permettono di controllare la diffusione del virus. Solo con 14 giorni possiamo capire se la diffusione passerà da 1 a 2 a 1 a 1», spiega l’assessore alla Sanità Giulio Gallera, dopo un saluto iniziale in videocollegamento del governatore Attilio Fontana. Nel dettaglio si prevedono una serie di proposte al governo, come entrate contigentate nei musei, servizio al tavolo nei bar e scuole aperte ma a distanza e con compiti a casa.

A venerdì, conta la Regione, sono stati fatti 4.835 tamponi. Di questi il 75 per cento è risultato negativ.  L’11 positivo e il 14 in attesa di risposta. 531 i casi positivi in Lombardi. Di cui 235 ricoverati e di questi 85 in terapia intensiva. La diffusione del coronavirus è circoscritta in 5 aree della regione. La malattia per il 90 per cento dei pazienti si risolve senza problem. Ma il 10 per cento necessita di andare in ospedale. Inoltre, il 10 per cento dei casi riguarda operatori sanitari contagiati durante il loro lavoro.

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