Coronavirus, quanti sono davvero i contagiati in Italia? Ecco cosa hanno scoperto Le Iene (video)
«I numeri che leggiamo sui contagiati da coronavirus non sono quelli confermati dall’Istituto superiore di sanità: perché allora non li pubblica?». Giulia Innocenzi svela quello che le ha riferito un ricercatore e commenta la notizia a Le Iene. La conta dei numeri va avanti da sabato scorso, quando sono stati comunicati ufficialmente i primi casi in Lombardia e viene aggiornata con regolarità. Sui numeri è caos. Ma la redazione de Le Iene, nella puntata del 27 febbraio, ha scoperto che i casi positivi potrebbero anche essere meno di quelli che sappiamo.
Coronavirus, Le Iene parlano con l’Iss
Il numero dei contagiati per essere ufficiale deve avere la conferma dell’Istituto superiore di sanità e la Innocenzi parla con l’ufficio stampa dell’Iss. La domanda è chiara: «I numeri che leggiamo sui giornali sono quelli certificati dall’Istituto?». La risposta è secca: «No». «Quindi – chiede ancora Innocenzi – il numero continuamente aggiornato dei contagiati da chi arriva?». «Dalle Asl e e dagli ospedali. Loro hanno i primi tamponi risultati postivi. Poi noi li certifichiamo. Ma di solito se il tampone è positivo quasi certamente è anche da noi certificato». La Innocenzi chiede ancora: «Visto che sono che comunque allarmano la popolazione non sarebbe meglio che i giornali diffondessero solo quelli dati da voi?». E l’ufficio stampa dell’Iss risponde: «Sono d’accordo con lei».
Coronavirus, parla un ricercatore
A quel punto nel servizio la Innocenzi va a più a fondo per capire quali sono i dati in possesso dell’Iss. ha quindi chiamato un ricercatore dell’Istituto che è rimasto anonimo. Ecco cosa ha detto: «Il presidente ci ha detto in seduta congiunta con tutti i capi di dipartimento che circa i due terzi dei campioni in verità erano negativi, di quelli supposti positivi». La Innocenzi incalza: «Sugli oltre 250 contagiati dal coronavirus quanti sono stati confermati positivi dall’Istituto?». La risposta anche in questo caso è precisa: «Da quello che ci ha detto il presidente oggi sono poco più di 80». E spiega il perché della differenza tra il numero di quelli che risultano positivi negli ospedali e quelli confermati dall’Istituto: «Ci sono diversi gradi di expertise della gente che lavora negli ospedali. Rispetto alla gente che lavora da noi, che non fa altro che fare questo da decine di anni». A quel punto la Innocenzi ha chiesto conferma al capo ufficio stampa dell’Istituto. Ecco cosa ha risposto: «Ieri erano 88 oggi non lo so perché dovrei parlare col mio laboratorio». La Iena incalza: «Quindi ieri erano 88 quelli confermati da voi?». Nasce una discussione accesa. Alla fine l’ufficio stampa prima dice: «Non lo so se erano 88, non me lo ricordo». E poi conclude: «Ma non è vero che ieri erano 88».
La parola a Ricciardi e Borrelli
Inoltre lo stesso Walter Ricciardi, intervistato dal Corriere della Sera ha cercato di fare chiarezza: «I casi verificati sono circa 190, confermati dall’Istituto Superiore di Sanità, l’unico che ha il compito di validare l’eventuale positività dei test condotti nei laboratori locali». Quindi meno degli oltre 600 casi dichiarati. Però Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, parla di 282 contagiati su altrettanti campioni analizzati. Dove sta quindi la verità? La Innocenzi nel servizio conclude: «In questa guerra dei dati una sola cosa è certa se l’Istituto pubblicasse i dati sapremmo il numero reale dei contagiati da coronavirus in Italia».
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