Cina furiosa con gli Usa che si blindano. L’Italia pronta a riaprire i voli. Ma l’epidemia avanza, il coronavirus uccide

7 Feb 2020 11:00 - di Martino Della Costa
il coronavirus uccide foto Ansa

Il coronavirus uccide ancora. Con altri 73 decessi e 3.143 nuovi casi, è salito a 636 morti e 31.161 contagi confermati, il bilancio della diffusione del virus letale in Cina. Lo ha reso noto la Commissione sanitaria nazionale cinese nel suo bollettino quotidiano. La maggior parte delle persone che hanno perso la vita ieri erano di Hubei, l’epicentro dell’epidemia.

Il coronavirus uccide ancora

Intanto, l’Adnkronos tra gli altri apprende che in Giappone, con 41 altri nuovi casi confermati, è salito a 61 il numero delle persone contagiate dal coronavirus sulla Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata in quarantena al porto di Yokohama. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Tokyo. A bordo della nave si trovano anche 35 italiani. Non solo: sempre sul fronte estero, continuano ad incrinarsi i rapporti tra il leader cinese Xi Jimpyng e il presidente americano Donald Trump.

Cina ai ferri corti con Usa e Italia

In un colloquio telefonico con il numero uno di Pechino. E come riferito in un tweet dal portavoce presidenziale d’oltreoceano, Judd Deere, l’inquilino della Casa Bianca «ha espresso la sua fiducia nella resilienza e nella forza della Cina nell’affrontare le sfide poste dall’epidemia del nuovo coronavirus». Ma è chiaro che la frizione, con le frontiere Usa che continuano a rimanere chiuse, rischia di slabrare lo strappo. Xi Jinping da parte sua ha chiesto a Washington di ”agire in modo responsabile e calmo” rispetto alla diffusione del coronavirus.

Rapporti tesi tra Xi e Trump, tra Pechino e Roma

Anche sul fronte dei rapporti Cina e Italia le cose tengono, ma ancora non si sa per quanto. Lo stato dell’arte rimane fermo a una settimana fa quando, come riferito da Il Tempo qualche giorno addietro, una lettera scritta da parte della comunità cinese rappresentata dalla  presidente dell’Associazione Silk Council, Lifang Dong, imprenditrice e avvocato di 41 anni conosciuta come Anna a Roma, città in cui vive e lavora, facendo il punto sulla situazione sottolineava: «L’amicizia tra Italia e Cina messa a repentaglio dal nuovo Coronavirus. Non etichettiamolo come cinese, i virus non hanno nazionalità, né fede religiosa o colore politico, e restiamo uniti». Segno che il buco c’è. E si vede. E che la toppa che potrebbe andare a coprirlo rischia di essere inefficace.

La lettera dell’imprenditrice della seta che vive nel Belpaese

«Care amiche, cari amici italiani», riporta la lettera e riferiva Il Tempo, «questo è un momento delicato che va affrontato insieme con umanità, solidarietà e buon senso” si rivolge così ai nostri connazionali l’imprenditrice della seta, che dopo aver espresso “solidarietà e vicinanza a tutte le persone colpite dal coronavirus 2019-ncov e ai loro familiari” entra nel merito, offrendo spunti di riflessione per evitare il rischio di fratture tra gli italiani e i 300mila cinesi che vivono nel nostro Paese, di cui 20mila nella sola Capitale». Tutto vero. Come è vero, però, che al momento, come riferisce il sito dell’Ansa in queste ore, «i voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 31 gennaio 2020». Anche se l’Italia si è già detta pronta a riaprire le frontiere. Sarà il momento opportuno?

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