Basta un “Me ne frego” per conquistare Sanremo: la nostra classifica semiseria dei big

5 Feb 2020 18:32 - di Valter Delle Donne

Perché Sanremo è Sanremo

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Anche Anastasio è iscritto all’Associazione nazionale vittime dei talent. Ma da X Factor a Sanremo è un altro sport. Il rapper napoletano si presenta con la camicia di forza e canta un testo “incazzato” ma ha la mosceria di chi ha appena ordinato un cappuccino al bar all’alba. Più sonno che rabbia.

Rita Pavone al Festival? Come Rivera al derby di domenica

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Rita Pavone. È come riportare Gianni Rivera a San Siro, per il derby di domenica prossima. Un’operazione che gli organizzatori avrebbero potuto evitare, invitandola come ospite d’onore. Tanto di cappello al coraggio di un’artista che non ha avuto timore di mettersi in gioco. Ma la canzone non arriva. Promemoria per pubblico e critica: ricordarsi che quando ha iniziato a cantare lei, Achille Lauro era il nome di un armatore.

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Rafael Gualazzi. Scritta a tavolino per diventare tormentone estivo. Brano spietamente commerciale. Un’operazione tanto plateale, che verrebbe voglia di bocciarla. Ma il pubblico (almeno nelle canzonette) è sovrano. Per sapere se Carioca ha avuto successo attendere i primi caldi e appostarsi negli stabilimenti balneari più affollati.

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Le Vibrazioni. Vedi Francesco Sarcina e non puoi fare a meno di ripensare alla boccaccesca vicenda di corna matrimoniali che ha occupato intere pagine del Corriere della Sera e di altri giornali blasonati. La canzone c’è. Funziona alla grande anche il ballerino che parla con il segno dei gesti. Dov’è la vittoria? Lo scopriremo sabato notte.

A Sanremo un bel messaggio delle Vibrazioni, col linguaggio dei segni

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