Usa-Iran, guerra (anche) social. Trump twitta: siamo i più forti del mondo. Teheran: feroce vendetta

8 Gen 2020 11:43 - di Lorenza Mariani
BeFunky-collage con foto Ansa di Trump e Rohani

La risposta iraniana a Trump arriva di notte. E si fa sentire. L’attacco mirato e rivendicato da Theeran contro le basi americane in Iraq, la «feroce vendetta», si è appena consumata. Le basi americane in Iraq, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti di intelligence, sarebbero state colpite da una pioggia di missili. Una quindicina almeno quelli catapultati nell’attacco della notte scorsa. In particolare, due o tre sarebbero caduti sulla base di Taji, a nord di Baghdad. 13 sulla base aerea di al Assad, a ovest della capitale. Mentre uno sarebbe caduto a 30 chilometri a nord di Erbil. Il personale militare resta ancora in allarme nei bunker.

Militari Usa sotto attacco mentre Trump è assediato dall’impeachment

Questi i drammatici fatti, avvenuti mentre a Washington andava in onda l’ultimo botta e riposta di dichiarazioni sull’impeachment nei confronti di Donald Trump. Al centro del polemico dibattito, il solito tira e molla sulle modalità del processo contro il presidente. Con l’ala repubblicana che punterebbe ad assolverlo velocemente senza celebrare un vero processo. E con i falchi democratici che vorrebbero invece sentire testimoni secondo le regole di un vero dibattimento. Tra una scaramuccia interna e l’altra, poi, ieri sera si sono fatti tragicamente sentire gli iraniani. E l’eco di guerra e di morte deflagra nell’aria. Pesantemente.

Botta e riposta di fuoco a suon di comunicati diffusi via social

In queste ore, invece, al lancio dei missili segue un bombardamenti di lanci di tweet. Subito dopo la «feroce vendetta» iraniana costata la vita ad almeno 80 militari Usa, si sono susseguiti a stretto giro tre comunicati politici. Tutti diffusi via social network: uno su Telegram e due su Twitter. Messaggi emblematici e imprescindibile per capire e valutare attentamente a cosa si sta andando incontro. E non solo in Medio Oriente. E allora, le Guardie rivoluzionarie islamiche di Teheran lanciano il già tristemente noto «la vendetta feroce è cominciata», scritto su Telegram e con cui i pasdaran rivendicano gli attacchi missilistici iraniani come la risposta all’uccisione del loro capo Qassem Soleimani.

La replica di Trump su Twitter. E ora si attende una dichiarazione

Immediata la replica di Trump. Il quale, ostentando sicurezza, irrompe sulla scena postando: «Va tutto bene. Dall’Iran sono stati lanciati dei missili su due basi militari in Iraq. Stiamo cercando di valutare vittime e danni, ma finora tutto a posto. Abbiamo di gran lunga l’apparato militare più potente e meglio equipaggiato del mondo. Farò una dichiarazione a breve». Non promette ritorsioni. Non annuncia ferro, fuoco e fiamme. Ma si limita a twittare sulla forza militare americana. E ora?

 

 

 

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