Rula Jebreal, la rabbia degli autori Rai: “Ora basta. Pensate anche agli archivi e alle Teche in rovina”

8 Gen 2020 14:13 - di Federica Argento
Rai

Altro che diktat sovranista… Il caso Rula Jebreal grida vendetta. Alla fine l’Ariston ce la farà a trasformarsi in un comizio politico mainstream. Il che è la raffigurazione plastica dell’ipocrisia che regna sovrana in Rai. Hanno addirittura paura di Rita Pavone, pericolosa sovranista… Siamo al ridicolo. Con un servizio pubblico che ha deciso di fare politica – tutta a sinistra- attraverso l’ intrattenimento. Sanremo in primis. Il colmo. L’assenza di Rula aveva fatto gridare allo scandalo i corifei di sinistra. Psicodramma nazionale. Perché poi della politica vera, intesa come storia politica italiana, con i suoi materiali di archivio storici, a viale Mazzini interessa ben poco.

La politica in Rai e  gli archivi in disarmo

Allora tutta questa sceneggiata per Rula a Sanremo diventa una farsa. Lo sa bene chi quotidianamente cerca di fare programmi seri e rispettosi del pluralismo. Monta infatti l’insofferenza da parte di giornalisti impegnati nei pochi programmi di approfondimento. Se gli va bene sbattono contro un muro burocratico: richieste lunghe e arzigogolate, permessi che non arrivano. Confezionare un programma credibile è difficile. Se va loro male, il materiale storico è bello che sparito o tenuto in pessimo stato, deteriorato. Inutilizzabile. Ma come? Sbraitano per avere Rula e le sue pillole di politica. E poi i vertici Rai non si occupano di problemi veri? Lasciare deteriorare un patrimonio  di prim’ordine è da folli.

Un tempo non era così. La Rai possiede – o meglio, possedeva- un patrimonio di filmati d’epoca di grande valore. Un capitale documentario. Ci sono gli ultimi sessant’anni di storia politica. Oggi questo capitale rischia di scivolare nel dimenticatoio.

La politica affidata a Rula Jebreal

La politica sembra uscita di scena. La spettacolarizzazione ha ormai mangiato la  politica. L’era Pd-M5S si fa beffa di ogni legame identitario con la storia politica di questo paese. Gran parte delle testate hanno abdicato. Fateci caso. Il pacchetto storia- politica- cultura,  è stato appaltato a Rai Storia e alle Teche. Poi basta. Una forma rinunciataria non scritta che di fatto ha portato le altre reti a non occuparsi più della gran mole di materiale non ancora fruibile, perché non digitalizzato. Era un progetto che di fatto è stato abbandonato. Ma di grande interesse per chi non vuole ridursi ai pistolotti di Rula e alle prediche della premiata ditta Fazio-Saviano- Littizetto.

Bobine e cassette sparite

Giornalisti e autori lamentano le molte bobine e cassette sparite. Veri e propri “buchi” della memoria storica del nostro servizio pubblico. L’iter ufficiale  che giornalisti e autori sono costretti a seguire, è farraginoso: le richieste devono essere inviate alla sede di Torino e il materiale arriva con grande lentezza. Spesso,vengono usate società esterne, ma non c’è un metodo nella ricerca, nello studio del materiale. Di più. Molte cassette sono state buttate, perché ‘ingombravano’, si sono sentiti rispondere. O addirittura, si bisbiglia, che  molto materiale sia stato venduto sottobanco.

Il caso di Rai Radio Uno è emblematico. A provare a confezionare prodotti diversi è stata in questi anni Cristina Gimignani, con il programma “Politica d’annata’ – tra gli altri – in onda tutti i martedì e giovedì su Gr Parlamento. E’ un contenitore originale, che unisce la storia politica agli eventi istituzionali; coniugati con i programmi e i fatti di costume più significativi degli ultimi 60 anni. Va da sé che in questo come in altri programmi così impostati, la ricerca dei materiali ad hoc diventa cruciale. Tante sono le difficoltà che presenta la messa in onda.

Gasparri:“ Teche Rai, baluardo della nostra identità”

Con i giallorossi c’è poco da sperare che temi come la memoria storica vengano attenzionati. Nonostante ciò il centrodestra in Vigilanza si è mosso per la tutela di questo patrimonio. Maurizio Gasparri ha evidenziato che “la Rai, apprezzata o vituperata che sia, è lo specchio dell’identità italiana”. Le sue teche e le testimonianze storiche sono  “un patrimonio inestimabile. Le Teche Rai sono un baluardo d’italianità. Una realtà importante da tutelare, anche se sbilanciata, spesso,  per via del condizionamento della sinistra. Per questo faccio un rilievo- aggiunge il senatore azzurro in Vigilanza. “A questo patrimonio si  devono aggiungere anche altre voci, altre storie che non hanno avuto audience nel servizio pubblico radio-televisivo in questi anni”.

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