Renzi schiuma rabbia: «Ha vinto Bonaccini, non il Pd. Per il governo la ricreazione è finita»

28 Gen 2020 11:23 - di Marta Lima

«Se il governo Conte è più forte lo scopriremo solo vivendo. Ma deve darsi una mossa, deve cambiare marcia, deve cambiare passo, la ricreazione è finita». Le parole di Matteo Renzi non sembrano esattamente quello di uno che si sta “godendo” la vittoria del centrosinistra in Emilia. Anzi. Ospite di “Circo Massimo” su Radio Capital, attacca i suoi alleati grillini.

La previsione nefasta sui grillini

«Credo che il declino dei Cinquestelle sia inesorabile, di fatto non c’è futuro per i Cinquestelle». Poi è la volta del Pd, al quale riserva stoccate acidognole. Soprattutto al suo leader, uscito ringalluzzito dal turno elettorale.  «Grandissimo rispetto per quello che fa Nicola Zingaretti e per quello che fa il Pd. Noi siamo una start up, faremo una cosa diversa che a mio giudizio sarà più fresca e innovativa. Naturalmente auguro tutto il meglio al Pd, a quello che verrà dopo il Pd se ci sarà un nuovo Pd. Noi come Italia viva abbiamo una prateria davanti noi». Poi l’affondo sull’Emilia. «Il vero vincitore è Bonaccini, la vittoria ha il suo nome e il suo cognome.  Salvini è restato al palo e questo è un bene». Ma il leader di Italia Viva rifugge dai facili entusiasmi. «Vorrei mettere in guardia un po’ tutti, perchè l’Italia della politica vive un po’ a fasi, è un po’ ciclotimica. Arriva un elemento di novità e tutti diventano convinti che Salvini governi per trent’anni. Poi Salvini prende una botta e tutti convinti che Salvini sia sconfitto, sia finito. Facciamo passo dopo passo».

Renzi e le spine con il governo Conte

Restano aperti almeno due fronti di polemica dei renziani con il governo. La riforma della prescrizione e la revoca delle concessioni ad Autostrade. «Non si deve inseguire la follia di chiedere una revoca impossibile su Autostrade. Certo che devono pagare, ma seguendo le leggi e devono pagare, ma non puoi immaginare,
in nome dell’ideologia populista, di dire faccio una revoca delle concessioni. Non sta né in cielo né in terra da un punto di vista giuridico. Quindi si trovino le soluzioni giuridiche opportune».

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