I collettivi antifà brindano alla morte di Pansa. «Oggi il sole brilla alto. Ciao Giampi… no Rip»

13 Gen 2020 17:07 - di Stefania Campitelli
Pansa

Lo hanno contestato, insultato, sbeffeggiato in vita. E non  si fermano neppure dopo la morte. All’indomani della scomparsa di Giampaolo Pansa, i compagni del collettivo Militant festeggiano la notizia. Una liberazione degna di un brindisi per quelli che sventolano in piazza “Triangolo rosso, nessun rimorso”.

Il collettivo Militant brinda alla morte di Pansa

È l’ultimo oltraggio postumo dei nostalgici delle violenze partigiane. Degli antifà che non hanno perdonato al giornalista controcorrente e scomodo la riscrittura della storia nazionale. Il racconto dei crimini partigiani a guerra finita, che ha intaccato la gloriosa vulgata resistenziale.

«Ciao Giampi… no R.I.P». È il titolo eloquente dell’editoriale comparso sul sito del collettivo  comunista che raccoglie gli ultrà dei movimenti antagonisti romani. Lo stesso che nel 2006 contestò duramente il giornalista a Reggio Emilia. E rivendicò con orgoglio la “coraggiosa”  aggressione, che costrinse Pansa a interrompere le conferenze pubbliche.

Nell’articolo grondante odio  bravi ragazzi dei centri sociali se la prendono con i “soliti coccodrilli”. E con il ricordo “commosso” di Veltroni sulle pagine del Corriere. Un’offesa all’antifascismo militante, che con la morte di Pansa è attraversato da una certa euforia. «Oggi per i comunisti è un giorno un po’ meno di merda del solito.E forse non a caso il sole splende alto», scrivono i compagni di provata fede antifascista. Che negano con orgoglio l’onore delle armi all’avversario.

Un prezzolato, un revisionista della peggiore specie

«Giampaolo Pansa era è resta un revisionista della peggior specie. Uno che si è reso protagonista consapevole dell’attacco alla storia dei comunisti. E della lotta di classe di questo paese. E che lo ha fatto perché prezzolato, per il proprio tornaconto personale. Vendendo il suo pedigree di giornalista e storico “di sinistra” che finalmente rompeva il silenzio. Per dire “la verità”».

Il collettivo antifà si intesta il merito di aver smascherato l’autore de Il sangue dei vinti. E ricorda con enfasi trionfalista il 16 ottobre di quattordici anni fa. «Quando partimmo da Roma per contestarlo. Ee dirgli che quella storia che lui avrebbe voluto macchiare noi invece ce la rivendicavamo tutta. In ogni suo aspetto, in ogni sua contraddizione. Uno dei piccoli meriti che ci possiamo riconoscere fu proprio quello di essere riusciti a infrangere l’immagine di Pansa come “storico super partes”. Da quel giorno Pansa divenne di fatto lo “storico” della destra. E questa cosa probabilmente non ce l’ha mai perdonata. Visto che in ogni libro che ha scritto dopo “La grande bugia” non ha perso occasione per ricordare e condannare la nostra contestazione. Ciao Giampi… no R.I.P. Per quello che vale, siamo felici di essere stati la tua ossessione»

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Laura52 14 Gennaio 2020

    Una sola parola: COGLIONI

  • ANTONIO 14 Gennaio 2020

    PEZZI DI MERDA.

  • MARIO DANTE 14 Gennaio 2020

    Questi del collettivo sono delle autentiche cose inutili

  • PAOLO GRAFFIGNA 14 Gennaio 2020

    Se trattano così Pansa, figuriamoci cosa dovrebbero dire di Renzo De Felice con la sua monumentale opera sul Duce e sul Fascismo, indubbiamente molto obiettiva dato che metteva in luce anche tutti gli aspetti positivi del regime. Ma da queste ignoranti zecche rosse non ci si può attendere altro che rigurgiti di odio.