Di Maio si dimette, ma non da ministro. Lunedì, dopo le regionali, se ne andranno tutti a casa

23 Gen 2020 6:00 - di Francesco Storace

Hai voglia, Di Maio, a prendertela con i nemici interni – che dimentichi di citare, tanto per trasparenza – ma mai un’autocritica. Sì, il Capo – l’ex Capo – è uguale uguale ai dissidenti. E giura di non sbagliare mai. Però, c’è un però: se Di Maio lascia il vertice del Movimento ma resta ministro, gli sarà più difficile criticare quegli attivisti diventati parlamentari che mollano i Cinquestelle ma non la poltrona. Il problema sarà per Giuseppe Conte, da lunedì. Lui, Zingaretti e pure Renzi, torneranno nelle retrovie, perché prenderanno un’altra, meritata, scoppola elettorale.

La confusione aumenterà inevitabilmente. Nicola Zingaretti fanfaroneggia sul governo che non avrà conseguenze e non si capisce se voglia prendere il posto di Beppe Grillo come capo comico. Il tramonto del leader del primo partito in Parlamento e il Pd che va allo scioglimento per lui non significano nulla? Hanno perso entrambi una marea di parlamentari, ora M5s si affida a Crimi. Totò, se fosse vivo, imperverserebbe: “Ho detto tutto….”.

Da lunedì scoccherà il tutti a casa

Adesso, invece, Conte dovrà affrontare la congiuntura politica e non più il congiuntivo di Luigi Di Maio, un ministro particolarmente inadeguato al suo ruolo e da ieri belva ferita perché costretto al gesto delle dimissioni. Perché la situazione nel suo Movimento non poteva reggere più. E da lunedì, anche i grillini deflagreranno se sono veri i sondaggi “segreti” che circolano in queste ore.

Tra domenica notte e lunedì mattina, pure Sergio Mattarella, Gran Protettore dell’alleanza contro gli italiani che è ancora a Palazzo Chigi, dovrà fare i conti con la realtà. E non ci saranno scusanti, perché se le cose andranno come ormai tutti hanno compreso, ci sarà solo da mettere una firma. Il sigillo del Capo dello Stato – come ieri sera ha chiesto Giorgia Meloni – su nuove elezioni anticipate che dopo tantissimi anni riconsegnerebbero finalmente lo scettro al popolo sovrano.

Andare avanti solo per il terrore di uno spostamento a destra del Paese mentre ovunque cadono le casematte della sinistra significherebbe sfidare frontalmente gli italiani. E chi ha rispetto per le istituzioni non può permetterlo. E non se lo può permettere.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Costantini 24 Gennaio 2020

    E’ inutile continuare con questa farsa che rende sempre più poco credibile il governo del paese.
    Vorrei chiedere agli attuali governanti; quale credito ha,ballo stato attuale, la politica portata avanti dai partiti facenti parte della coalizione di governo?
    Quanti e quali provvedimenti sono stati approvati e realizzati per migliorare le condizioni dei cittadini?
    Quello che mi ha dato fastidio è la subalternità ai signori paesi Francia e Germania.
    Questo è dipeso dalla mancanza di comuni intenti a livello governativo.

  • Carlo Cervini 23 Gennaio 2020

    Anche se perderanno in Emilia, si spera, non molleranno le poltrone e il malloppo, ci sono troppi interessi in ballo contro il popolino bue (oggi detto sardine) e poi devono “rieducare” chi non la pensa come loro.

  • Maurizio 23 Gennaio 2020

    Veramente si applaude a teatro….Non ai funerali: moda idiota italiana!

  • maurizio pinna 23 Gennaio 2020

    “La guerra continua”. Furono le prime parole di Badoglio , quando nel luglio del 1943 divenne Capo del Governo. Lui le disse in entrata, Gigino in uscita, comunque ben saldo agli Esteri. Allora bisognava rassicurare i tedeschi, oggi si sono aggiunti i filo tedeshi europei e i francesi, ma sempre li con il cappello in mano ai piedi del Pilato di turno: “Il Governo continua” e penso proprio che continuerà finchè avrà mezzo voto di maggioranza. Badoglio nel 1944, a Salerno, pur di stare in sella imbarcò anche Togliatti, come vice, che si affrettò a far riconoscere l’ Unione Sovietica. Se ne andò solo perché lo buttarono fuori gli Alleati, che si erano rotti le scatole di un incapace rompiscatole. Oggi purtroppo gli “Alleati” sappiamo bene chi sono , per cui “ Il Re è “morto”..lunga vita al Re”.