Torino, disinnescato un altro regalo dei “liberatori”: una bomba con 100 chili di esplosivo

1 Dic 2019 17:35 - di Giovanni Trotta
torino ordigno

Gli italiani sanno che è stata Torino la città più bombardata dagli “alleati”? Dal 1940 al 1945 infatti il capoluogo piemontese è stato bombardato ininterrottamente. Case, chiese, monumenti, tutto è andato irrimediabilmente distrutto. I bombardamenti “alleati” furono di scarsissima efficacia strategica e bellica, ma fecero migliaia di vittime. Si cominciò con quello del 12 giugno 1940, che fece 17 morti. E si finì il 5 aprile 1945, 70 morti. Passando per quello del 13 luglio 1943 che causò 792 vittime. Logico che a distanza di 80 anni fossero trovate bombe inesplose. QUella trovata il 22 novembre scorso in via Nizza, in un cantiere, era una bomba sganciata dagli inglesi. Si chiama MK IV e pesa 500 libbre. Al suo interno aveva un quintale di esplosivo.

L’ordigno sganciato dagli “alleati” su Torino

Circa 60mila i cittadini coivolti nell’operazione. Comunque sono terminate positivamente le operazioni di disinnesco e di messa in sicurezza dell’ordigno bellico a Torino. Dalle 14 le aree gialla e rossa sono aperte e quindi cittadini possono ritornare nelle proprie abitazioni. Aperti anche lo spazio aereo e il traffico ferroviario. Gli artificieri del 32esimo Reggimento Genio della Brigata Alpina Taurinense hanno trasportato la bomba resa inerte in una cava a Ciriè dove verrà fatta brillare. Anche le linee Gtt hanno ripreso il percorso regolare, inclusa la metro.

Le persone non evacuate hanno dovuto restare nelle proprie abitazioni per l’intera durata dell’intervento. Non uscire su balconi e terrazze, tenere chiuse tapparelle, non sostare vicino a finestre e balconi. E nel caso avessero dovuto lasciare la casa per estrema necessità avrebbero dovuto essere autorizzate. Nella zona non sono state staccate luce, gas e riscaldamento. I veicoli non potevano né sostare né transitare nelle aree interessate.

L’opera degli alpini della Taurinense

Sono stati i militari del 32esimo reggimento del Genio guastatori della brigata Taurinense a disinnescare l’ordigno. Le fasi dell’operazione illustrate da Fabio Mario Pescatrice, comandante del 32esimo reggimento. “Si comincerà con la separazione del corpo della bomba dai due meccanismi di funzionamento. Per quanto riguarda la spoletta posteriore si procederà a congelarne il funzionamento mediante una particolare schiuma. Per quella anteriore si procederà invece  al taglio della parte di bomba che contiene la spoletta. Si tratta dell’operazione un po’ più delicata e anche quella che occuperà più tempo, tra le 5 e le 7 ore”. “Una volta separata la bomba dalle due spolette, l’ordignoha viaggiato in sicurezza in una cava a Cirié dove sarà interrata e distrutta mediante esplosione”.

L’operazione si è conclusa felicemente

I guastatori del 32° Reggimento Genio della Brigata Alpina ”Taurinense”, sono un’unità altamente specializzata dell’Esercito Italiano. Gli operatori del team Cmd dell’Esercito (Conventional Munitions Disposal, bonifica da ordigni convenzionali), hanno lavorato insieme al personale della Compagnia di Supporto allo Schieramento. Gli specialisti del 32° Reggimento Genio Guastatori vantano una preziosa esperienza maturata anche nelle missioni all’estero. Solo nel 2019 hanno effettuato circa 140 interventi. Bonificando, tra le altre, bombe d’aereo dello simili a quella di via Nizza ritrovate a Valenza Po, Caselle e Fossano. Inoltre rendendo inoffensivi oltre 250 residuati bellici inesplosi in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Dal 2006 ad oggi, il Reggimento ha effettuato più di 1500 interventi, bonificando oltre 4000 ordigni e proiettili di ogni calibro e dimensione.

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