Popolare di Bari, Salvini all’attacco: «Così salta la Puglia». Conte minimizza “l’incidente” con Renzi
Giuseppe Conte come sempre minimizza. Va tutto bene, secondo il premier. Ma l’affaire della Popolare di Bari è un’altra bomba a orologeria per il governo. Dopo la diserzione di Italia Viva al Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il via libera al salvataggio della banca commissariata da Bankitalia, l’impasse è totale.
Popolare di Bari, Conte fa il pesce in barile
Matteo Salvini avverte. «Se salta la Popolare di Bari, rischia di saltare un’intera Regione e con lei l’Italia», lancia l’allarme il leader leghista. «Questi fanno fallire una banca al giorno e fanno fallire un’impresa al giorno. Se salta la Popolare di Bari salta la Puglia e salta l’Italia».
Conte annuncia un imminente consiglio dei ministri sulla questione. E intona la litania scontata sulla difesa dei risparmiatori. «Non resteremo mai indifferenti fronte alla situazione critica di una banca. Dietro questa banca in particolare ci sono 70mila azionisti e tanti correntisti. Noi vogliamo tutelare al massimo i risparmiatori».
Poi confessa di essere stato avvertito da Bankitalia del commissariamento. Ma di aver taciuto per non creare allarmismi. Un’altra mezza verità. Come per il Mes. «Ieri mi è stata fatta una domanda a Bruxelles sulla Banca popolare di Bari. E io ho detto “al momento non c’è necessità di intervento” Per la prima volta ho dovuto essere omissivo nei confronti dei cittadini. Per non creare allarmi a mercati aperti e per non violare segreto d’ufficio». Il premier aggiunge di voler conoscere nomi e cognomi dei responsabili del crac. «Non tuteliamo nessun banchiere ma sollecitiamo tutte le azioni di responsabilità. Non possiamo permettere che queste situazioni finiscano senza nomi e cognomi».
«Con Italia Viva tutto risolto»
Conte assicura che con il riottoso partito di Renzi è tutto risolto. «Ho sentito Marattin. C’è stato un chiarimento, con Italia Viva gli obiettivi sono condivisi». I dem chiariscono di non voler affossare l’operazione. Ma di non essere disposti a votare a scatola chiusa. Per Banca Etruria e Monte dei Paschi sì. Per la popolare di Bari no. «Non tocca a noi scoprire chi sia responsabile dei problemi di gestione e vigilanza della Popolare di Bari», dicono Ettore Rosato e Teresa Bellanova. «Siamo disponibili a sostenere i risparmiatori. Come abbiamo fatto, in modo molto più soft, nel 2015 e nel 2017. La procedura che viene immaginata per Bari, però, è inedita. Prima di impiegare un miliardo, ci pare giusto capire meglio di che cosa stiamo parlando». La Bellanova respinge le ricostruzioni della stampa. E parla di un problema di metodo. «Non si può convocare un Consiglio dei ministri per approvare un provvedimento non concordato. Prima che peraltro fosse uscita la notizia che la Banca d’Italia aveva commissariato l’Istituto. Cosa della quale nessuno ci aveva informato. Le banche e i relativi risparmi per Italia Viva vanno salvati, ma non senza accertare le responsabilità che hanno portato gli istituti a quella situazione».
Anche Di Maio è costretto a rettificare la narrazione dei grillini“amici dei banchieri”. «Siamo sempre stati dalla parte dei risparmiatori ed è loro che dobbiamo aiutare, non gli amici delle banche».