Ilva, il piano del governo non piace a nessuno: “Conte si fa dettare le condizioni dalla multinazionale”

12 Dic 2019 18:50 - di Redazione

Il piano del governo per Ilva non entusiasma. Produzione non inferiore a 8 milioni di tonnellate all’anno. Utilizzo anche di forni elettrici con pre ridotto. Accelerazione degli investimenti e opere ambientali. Tutela occupazionale. Presenza diretta dello Stato nello stabilimento. Con le forme che sta studiando il Mef ma anche cassa integrazione nella transizione tra produzione con solo altoforni e produzione con forni elettrici e altoforni. Sono questi per il governo i punti “imprescindibili” del piano messo a punto per portare avanti la trattativa con Arcedlor Mittal secondo quanto riportano i sindacati. Un piano che avrà una copertura di 4 -5 anni.

L’Ugl: Ilva, è un autentico disastro

Ma i lavoratori non ci stanno. ”Ormai è un disastro”. Così il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, commenta la decisione di Arcelor Mittal. Mettere in cigs a zero ore 3500 lavoratori di Taranto dopo l’intervento della magistratura che ha chiesto lo spegnimento dell’alto forno 2. ”La multinazionale franco indiana ArcelorMittal non ha perso tempo. Ora il Governo deve intervenire per porre fine a questo massacro sociale. Non è possibile che oltre ai 1.700 lavoratori in amministrazione straordinaria, ArcelorMittal approfitti della situazione per aggiungerne altri 3.500. Si sta smembrando il polo siderurgico più grande d’Europa. E si rischia di fargli fare la fine di Bagnoli senza insediamento industriale ma soprattutto senza le bonifiche”, dice ancora. “Auspico il Governo porti soluzioni immediate tali da garantire la salute e la produzione del sito di Taranto”.

La Uilm: non firmeremo nessun accordo cig

“Non firmeremo nessun accordo che preveda la cassa integrazione per migliaia di lavoratori. ArcelorMittal sta continuando a dettare le condizioni al Governo e questo non può essere tollerato. Finora il Governo ci ha lasciato fuori dal negoziato che sta avendo con la multinazionale”. Così il leader Uilm, Rocco Palombella a poche ore dal nuovo round al Mise con i vertici di Arcelor Mittal e i commissari straordinari. “Il piano deve prevedere zero esuberi e nessun ammortizzatore sociale, garanzie sugli investimenti ambientali e sulla continuità produttiva”. “La decisione dell’azienda è arrivata come una bomba a orologeria, poche ore dopo il rigetto dell’istanza dei commissari straordinari da parte del giudice di Taranto. Potevano aspettare e valutare meglio tutte le soluzioni praticabili per ovviare alla chiusura dell’altoforno 2. Invece hanno deciso di strumentalizzare la decisione giudiziaria per continuare e accelerare la loro decisione di arrivare alla fermata dello stabilimento di Taranto, scongiurata solamente dalle indagini delle Procure di Milano e Taranto.

La Uil: per Ilva c’è un tentativo di chiusura

“Siamo preoccupati per il tentativo di chiusura dell’azienda e non possiamo permettercelo. La cigs per 3500 lavoratori è l’anticamera del licenziamento”. Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, risponde così ai cronisti sull’incontro di oggi pomeriggio sull’ex Ilva. “Il governo deve smetterla di dare alibi all’azienda -continua Barbagallo- metta in campo il ruolo pubblico, come accade nei maggiori paesi europei, in aziende strategiche come la produzione di acciaio”.

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