Il Pd sfida i grillini sulla prescrizione: arriva un pdl contro la riforma Bonafede

27 Dic 2019 15:55 - di Leo Malaspina

Ragionare senza totem e tabù“, per arrivare ad una sintesi che consenta di mantenere nell’ordinamento un “istituto necessario tra l’esigenza di giustizia e la durata ragionevole dei processi”. Con questo obiettivo il Pd deposita alla Camera e al Senato il suo disegno di legge sulla prescrizione. Che, sottolinea il responsabile Giustizia, Walter Verini, “noi non vorremmo utilizzare”.

“Il nostro auspicio che la sintesi venga fatta dal Guardasigilli. Che non può non tener conto di tre quarti della maggioranza e di tutte le forze che all’esterno del Parlamento hanno fatto sentire la loro voce”.

Una legge contro la riforma Bonafede

L’esponente Dem riconosce che “l’esigenza” del ministro della Giustizia era quella “di arrivare comunque al primo gennaio”, perché la riforma sulla prescrizione “rappresenta un simbolo” per il Movimento 5 stelle. Ma “questa norma rischia di produrre effetti molto pesanti“. Quindi l’augurio è che “messe da parte le bandierine si possa ragionare in un clima più disteso, senza totem e senza tabù”. Fissando comunque dei paletti. Una linea critica molto vicina a quella dell’opposizione.

Innanzi tutto, spiega Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, “distinguere tra sentenze di condanna e di assoluzione”. Bisogna applicare quindi la sospensione solo nel primo caso: due anni dopo il primo grado, aggiungendo sei mesi in caso di nuova istruttoria dibattimentale; un anno dopo l’Appello. “La soluzione tecnicamente migliore, per evitare che i processi già iniziati si concludano con prescrizione e che questo si trasformi in processi infiniti”.

Bloccare subito la nuova norma sulla prescrizione

Quindi, aggiunge Franco Mirabelli, capogruppo Dem in commissione Giustizia al Senato, una proposta per una discussione “senza equivoci sulla riforma del processo penale”. Anche se, ribadisce Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, “la soluzione più ragionevole sarebbe stata sospendere l’entrata in vigore della norma che blocca sine die la prescrizione”, anche perché “la riforma Orlando non è stata ancora misurata nei suoi effetti”.

In ogni caso, dice ancora l’esponente dell’esecutivo, la proposta del Pd “sgombra qualsiasi equivoco sulla nostra volontà politica”. “Vogliamo fare di tutto perché la giustizia possa concludere il suo corso e il processo non abbia una durata infinita”. Viceversa, nota ancora Verini, il progetto presentato da Enrico Costa, di Forza Italia, ha “l’obiettivo di mettere un cuneo nella maggioranza, per far tornare al governo quelli che dicevano che si deve marcire in galera”. E Mirabelli fa eco denunciando l'”ipocrisia della Lega, perchè ha votato la norma che blocca la prescrizione”.

Forza Italia all’attacco

“Quelli del Pd hanno davvero una gran bella faccia tosta. Prima respingono più volte la nostra proposta provocando l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione targato Bonafede, poi presentano un testo con gli stessi contenuti della proposta appena bocciata. L’unica differenza sta in sei mesi di sospensione in più dopo il primo grado e sei mesi in meno dopo l’appello. Noi comunque andiamo avanti in modo lineare. Se l’8 gennaio venisse presentato un emendamento alla proposta di Forza Italia, contenente questo testo del Pd, lo voteremmo in un minuto”.  Lo annuncia Enrico Costa, deputato Fi e responsabile Giustizia del partito.

“Noi infatti – aggiunge – siamo aperti a qualunque idea -da chiunque provenga- finalizzata a reintrodurre l’istituto della prescrizione dopo il primo grado, scongiurando il ‘processo infinito’. Siamo tuttavia convinti che il Partito democratico, come sempre, predichi bene, ma razzoli male. Pur di salvare il governo, sarebbero capaci di votare contro la loro stessa proposta 10 giorni dopo averla presentata. Li sfidiamo a smentirci

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