“Giù le mani dal Bambinello”: un cardinale contro maestre, laicisti e finti buonisti che rinnegano il Natale
Niente presepi e cori nelle scuole. Anche il prossimo sarà un Natale low profile, in omaggio a chi non condivide il credo nella festività religiosa. Maestre solerti. Alunni indottrinati. Decorazioni depauperate. Riti rinnegati. Ma anche nel delirio di recriminazioni e censure, c’è ancora chi, come cardinale Angelo Comastri si fa portabandiera di una “crociata” contro quanti vogliono «trasformare il Natale in una festa senza il Bambinello». Per dare voci a quei tanti alle cui rivendicazioni viene messa la sordina politically correct.
La crociata del cardinale Comastri per un Natale con il Bambinello
L’arciprete della Basilica di San Pietro scende in campo. Sopratutto perché, come denuncia, «in questi ultimi tempi attorno al Bambino di Betlemme sono accadute cose incredibili. E si ripetono fatti impressionanti». È in atto – denuncia – una «subdola operazione» della rivisitazione del Natale. Il porporato, firmando la prefazione di un volume dedicato alla Meraviglia del Natale edito dalla Libreria Editrice Vaticana, coglie l’occasione per denunciare fatti che «umanamente parlando non sono spiegabili», dice riferendosi alle rivisitazioni del Natale. «Recentemente, alcune insegnanti italiane – passa in rassegna i fatti Comastri – hanno pensato di togliere il nome di Gesù da una canzone di Natale per sostituirlo con la parola «virtù». Il nome di Gesù evidentemente dava fastidio… Altre insegnanti sono arrivate a sostituire la storia vera del Natale di Gesù con la favola di Cappuccetto Rosso: questo gesto è didatticamente inqualificabile perché mette sullo stesso piano la storia e la favola. Eppure è accaduto!».
In atto una «subdola operazione» della rivisitazione del Natale
Il porporato cita anche il fondatore di Repubblica: «Eugenio Scalfari, non credente, ha avuto il coraggio di dire: “A Natale sempre di meno si parla di Gesù. Non sono credente, ma questo fatto mi dispiace”». Considerato questo triste pregresso e il contesto attuale, allora, il cardinale aggiunge: «Da tempo – lamenta ancora l’arciprete della Basilica papale di San Pietro – è in atto una subdola operazione per trasformare il Natale in una festa senza il Bambino. Eppure proprio da questo Bambino è partita la più grande e benefica trasformazione dell’umanità. Da questo Bambino è nata la civiltà dell’amore e del rispetto. Mentre ogni volta che ce ne si allontana riemergono le barbarie del sopruso e del calpestamento della dignità umana». Infine, avverte Comastri: «Dove non viene accolto il messaggio del Bambino di Betlemme, lì riaffiora la cattiva erba della schiavitù. Anche oggi. Vogliamo come disse un giorno Andrè Frossard, che la «storia degli uomini coincida con quella dei porci? Chi lo combatte sappia bene chi e cosa combatte».