Reddito di cittadinanza, siamo allo scandalo: dite alla Raggi che lo prendono anche gli Spada
Anche gli Spada sono tra i beneficiati dal reddito di cittadinanza. Ovvero dal provvedimento simbolo di quegli stessi M5S che a parole – Virginia Raggi in testa – li attaccano. A far emergere la circostanza è un’inchiesta della trasmissione Piazzapulita de La7.
Condannati e foraggiati: gli Spada prendono il reddito
Il servizio, che andrà in onda nella puntata di stasera, è stato annunciato da alcune anticipazioni. “Angelo De Silvio, appartenente alla nota famiglia, condannato per estorsione, usura, oltraggio a pubblico ufficiale, percepisce il reddito di cittadinanza. E non è il solo. Come lui percepisce il reddito anche sua nuora, Liana Spada, condannata, in via non definitiva, per spaccio. Entrambi sono stati giudicati pericolosi socialmente con l’applicazione della sorveglianza speciale dal Tribunale di Frosinone”, ricostruiscono i giornalisti Sara Giudice e Nello Trocchia.
Quando Di Maio disse: “Non vedranno un euro”
Sebbene susciti indignazione, la circostanza in realtà non sorprende. Primo perché la lista di condannati o criminali ancora in attività dei quali si è saputo che percepiscono il reddito non ha fatto che allungarsi in questi mesi. Secondo perché già al momento in cui la procedura prese il via, si seppe che gli Spada si erano messi in fila per ottenere la paghetta di Stato. Letteralmente. Era marzo, infatti, quando un’inchiesta del Messaggero rivelò che anche membri della loro famiglia avevano preso appuntamento al Caf – in uno di Ostia, ovviamente – per compilare le pratiche. La scoperta scatenò, come era ovvio, un putiferio e una trasversale protesta politica. Le pressioni costrinsero Luigi Di Maio a correre ai ripari, assumendo un impegno pubblico molto preciso. “Leggo che alcuni membri del clan Spada avrebbero avanzato richiesta. Non so se è vero, ma posso garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro. Nemmeno uno! Non vedranno un euro. Ho chiesto verifiche”, tuonò allora il “padre” del reddito di cittadinanza. Esattamente le stesse parole, del resto, usate per assicurare che nessun “furbetto” ne avrebbe potuto approfittare. Con i risultati che tutti conoscono…