Antonella Ruggiero fa la “sardina” sui social ed è travolta dalle polemiche: «Canta, che è meglio»
Bufera social sulla cantante sardina in pectore Antonella Ruggiero. La voce indimenticabile del primo periodo dei Matia Bazar e ora solista finisce nelle polemiche. Ha postato la foto di un brano di sardine disegnate sul suo profilo Facebook. Sotto alla foto sono comparsi molti commenti critici, alcuni anche offensivi, Ma pure attestazioni di stima.
Qualcuno ha scritto «che tristezza» o «che delusione». Qualcun altro si è spinto oltre: «Trovo inaccettabile che una persona di spettacolo debba fare politica». C’è chi ha scritto: «Dopo Celentano mi cade un altro mito, Tu! Fine dei like anche per te!». O anche: «Pensa a cantare che è meglio».
La Ruggiero però, dopo qualche ora, ha postato un video che – con lo stesso sfondo di “sardine” – riportava il testo e l’audio del brano Nuova Terra. È un brano uscito nel 1996, scritto dalla cantante con Ivano Fossati. Canzone che recita: «Si vivrà di nuova terra e nuove città / infinite vie saranno lontano da qua / si apriranno porte al sole e a ciò che verrà / altre genti si uniranno lontano da qua. Canterò con te e tu con me / un coro di voci sarà / canterai con me e io con te / e terra noi si troverà. Si amerà la nuova terra, la nuova città e le vie ci guideranno lontano da qua».
In difesa di Antonella Ruggiero, si schiera l’amico musicista Mauro Sabbione, ex tastierista dei Matia Bazar. Per solidarietà pubblica la stessa foto della cantante. «Questa è la foto che ha pubblicato Antonella Ruggiero sulla sua pagina di FB. Senza scrivere nulla e senza prendere nessuna posizione politica. Pagina che replico anch’io vergognandomi per tutte le feroci critiche dei soliti leoni, anzi coglioni da tastiera». “Leoni” «che affermano, con mio grave disappunto, che un artista non debba prendere posizioni politiche. Mi fanno particolarmente imbestialire le frasi tipo: Sei una grande artista ma da oggi non ti seguirò più né metterò like».
E ancora: «Andatevene affanculo razza di imbecilli. Siamo artisti e proprio per questo assai sensibili alla vita reale intorno a noi. Ne conosco a bizzeffe di cantanti famosi, fascisti, comunisti, anarchici e magari anche amici di Putin o di Trump. Ognuno decide nella propria vita sociale ed artistica di avere il proprio pensiero, le proprie idee. Naturalmente deve sentirsi libero di esternare, esattamente come si permettono di fare gli imbecillì di turno, visto anche i momenti cupi che state vivendo in Italia. Povera Patria». Il problema, però, è che quando un artista scrive qualcosa che infastidisce la sinistra, le cose cambiano. Nessuno si scandalizza, non arrivano attestati di solidarietà. E l’artista – com’è successo innumerevoli volte – resta fuori dal circuito del mondo dello spettacolo. Per punizione politica.
Due i casi emblematici . Durante la Guerra Civile 1943-45, l’ attore Giorgio Albertazzi militò, quale Ufficiale di complemento chiamato alla leva, nelle file della Guardia Nazionale Repubblicana, mentre Dario Fo, si arruolò VOLONTARIO nel battaglione azzurro della RSI, come risultava dai Ruolini dell’ ormai disciolto Distretto Militare di Varese, ex Caserma Garibaldi. Ad Albertazzi i radical bolscevichi non la perdonarono mai e in ogni occasione ne fecero una colpa, chiamandolo fascista e seppellendo alla fine nel più totale anonimato. Per Fo, invece, si trattò, come da clichè, del compagno che “era stato costretto ad arruolarsi” per sfuggire alla deportazione, chissà poi perché, visto che era un acceso comunista, non aveva optato per andare subito “in montagna” come centinaia di suoi coscritti rimane un mistero. Codeste sono le prove di onestà intellettuale ed eccelsa democrazia propugnate dai nostri ineffabili compagni.