Sgarbi controcorrente: «La scorta alla Segre? Inutile. Anche io ricevo minacce di morte» (video)
Vittorio Sgarbi, come sempre, non si adegua al “politicamente corretto”. Neanche sul caso di Liliana Segre, la sopravvissuta all’inferno di Auschwitz, ala quale riserva parola di stima e di affetto, ma anche sincerità massima. Su quel punto cruciale, già toccato da Matteo Salvini, della scorta che da due giorni la segue: «È una sconfitta: è l’ammissione di un rischio che io non vedo. Sono minacce arrivate sui social, di cui la Segre fino a poco tempo fa neanche era a conoscenza delle minacce. Quelle che riceve Salvini e che ricevo io sono più gravi ancora…».
In studio, nel corso di “Ottoemezzo”, in una puntata tutta dedicata al presunto (dalla Gruber) antisemitismo della Lega e della destra, la conduttrice sbianca. Ma Sgarbi, come al solito, non fa sconti a nessuno. E poco importa che qualche ora prima che si recasse a trovarla, lo stesso Salvini aveva espresso più o meno quei concetti: «Le minacce contro Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime. Ma anche io ne ricevo quotidianamente».
Sgarbi e l’imbarazzo della sinistra sulla Segre
La sinistra, non a caso, non ha gradito molto l’incontro tra Liliana Segre e Matteo Salvini. Come dimostrano le parole del sindaco di Milano: «Spero che Liliana Segre abbia un po’ incalzato Salvini ieri e lo abbia convinto a cambiare atteggiamento, altrimenti rimane solo un finto volersi bene. O una certa destra cambia approccio, o il nostro Paese va in una direzione che mi voglio rifiutare di pensare sia italiana».
In studio, ieri sera, a dibattere con Sgarbi (collegato da un’altra redazione) c’era anche Marianna Aprile, giornalista di Oggi decisamente orientata su posizioni di sinistra “gruberiana”. Tra uno spot per il suo libro e un altro, la Aprile ha insistito sul tema dell’antisemitismo del centrodestra salvianiano. E quando Sgarbi ha fatto notare a lei e alla Gruber che esiste un vero e molto più grave antisemitismo di sinistra, la conduttrice in studio ha risposto stizzita: «Sì, ma stasera il tema è quello di destra…». No comment.
Le accuse a M5S e Pd
La serata è scivolata via, poi, sulla politica: «I 5 Stelle vogliono stare dentro, nei posti di potere, perché se si va a votare spariscono. Rimangono in una posizione abusiva, perché troppo forte il peso politico delle europee e del voto in Umbria che li ha dimezzati. Sono buon amico della stragrande dei deputati dei 5 stelle. Sono bravi ragazzi, e sanno che non torneranno più. Sono disperati perché hanno capito che hanno perso il rapporto col popolo. È il partito dell’ex vaffanculo che ora ha mandato a fanculo loro». Poi la chiosa finale sul premier: «A Giuseppe Conte riconosco il coraggio della disperazione, perché non ha vie d’uscita. Pd e 5 Stelle, come da sempre sostiene Sgarbi, si sono infilati in un vicolo cieco.