Reddito di cittadinanza, nella città di Di Maio uno su 3 ha l’assegno. Le offerte di lavoro? Una farsa

4 Nov 2019 11:11 - di Gigliola Bardi
pomigliano

Ho parlato con l’Inail, non è ancora pronta la normativa. Non posso assumere”, ha spiegato il sindaco Lello Russo. “Il problema del reddito di cittadinanza è che hanno barattato un servizio di carattere caritatevole con uno strumento per trovare lavoro. Non c’è lavoro qui. Il reddito è una presa in giro. Se io mettessi un bando da 10 milioni per chi scova un solo posto di lavoro nel circondario – ha chiarito il sindaco – quei soldi resterebbero al sicuro nelle casse del Comune”.

Il lavoro resta una vana speranza

E quello che non può il Comune, non lo possono nemmeno i centri per l’impiego. Gli stessi 471 navigator che hanno vinto il concorso in Campania ancora non hanno preso servizio, perché molti degli impiegati che già vi lavorano, 654, sono precari. “Siamo qui. Abbiamo organizzato due turni. Chiameremo tutti” i percettori, ha spiegato a La Stampa la dirigente del centro per l’impiego di Pomigliano, Luisa Brillo, aggiungendo che il lavoro “è un problema strutturale”. Dunque, la faccenda non è neanche un problema di quanto personale ci sia impegnato a firmare i patti per l’impiego. “C’è speranza?”, ha chiesto Agostino Fiorino, uno dei “fortunati” percettori già chiamati dal centro per l’impiego di Pomigliano. “Non lo sappiamo”, ha risposto l’impiegato.

Commenti

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  • MATTEO 4 Novembre 2019

    Di Maio lo statista ah, ah,ah….alle prossime politiche i 5 stelle e Di Maio…SPARIRANNO….

  • leone giuseppe 4 Novembre 2019

    Il reddito di cittadinanza cambia in base al coniuge del Movimento 5 Stelle. Pare evidente come l’asse con il Partito democratico faccia ben sperare gli immigrati, che da settembre hanno iniziato a credere davvero che lo Stato darà loro un sussidio.
    Proprio quel Pd da sempre contrario al Rdc ora si è messo una benda sugli occhi e tifa per tale provvedimento per dargli un taglio di sinistra: raggiungere più persone che arrivano in Italia.
    La riforma voluta dai grillini era stata digerita forzatamente dalla Lega, che però aveva preteso dei paletti rigidi per limitare il numero di stranieri beneficiati: gli extraeuropei devono farsi rilasciare dal proprio Stato di origine un documento che certifichi la composizione del loro nucleo familiare, il reddito e il patrimonio, traducendolo e facendolo convalidare dal consolato.
    Ma sulla base dei dati dell’Inps scatta l’insurrezione: “solo” 53.971 famiglie extracomunitarie residenti in Italia hanno avuto regolarmente accesso al reddito o alla pensione di cittadinanza, si tratta del 5,6% su un totale di 960.007 beneficiati. Al vaglio del governo dunque vi è l’ipotesi di rendere meno robusti i criteri per ricevere il reddito di cittadinanza. Tuttavia non dovrebbe cambiare il requisito che limita la concessione del sussidio a chi risiede da dieci anni nel nostro Paese, valido anche per i cittadini italiani.
    Il governo del ribaltone vuole dare il reddito di cittadinanza a 154 mila stranieri che, fino ad oggi, non hanno potuto averlo grazie al blocco deciso quando la Lega era al governo.
    Lo scorso 5 luglio l’Inps ha infatti sospeso le richieste di sussidio presentate dagli extracomunitari dal mese di aprile in poi, in attesa che il ministero del Lavoro pubblicasse la lista comprendente quei Paesi i cui cittadini sono esonerati dall’obbligo di presentare una certificazione dei redditi e di quanto posseduto in patria: è la famosa ‘clausola Ceccardi’ che sta depennando dalle liste in tante città italiane
    Ieri lo stesso ministero ha fatto sapere che la lista arriverà nei prossimi giorni, addirittura entro questo fine settimana. Così da accelerare il reddito di cittadinanza agli immigrati.
    E ci sono 172 mila immigrati che invece il reddito l’hanno ottenuto – perché hanno presentato la richiesta prima della conversione del decreto in cui la Lega ha imposto la clausola – ma che adesso dovrebbero perderlo. Il motivo? Avevano sei mesi di tempo, scaduti, per presentare le certificazioni necessarie, non le hanno presentate: perché hanno proprietà e soldi in patria. Ma volevano i soldi dai contribuenti italiani.
    E ora, il governo del ribaltone vuole fare in fretta, pubblicando una lista probabilmente ridicola che includerà tutti i Paesi di chi ha fatto richiesta, dando così il reddito ad oltre 300mila immigrati: non chiamatelo ‘reddito di cittadinanza’, grillini, chiamatela ‘marchetta per l’invasore’.