Fu depistaggio: La Corte di Caltanissetta conferma le condanne al Borsellino quater

15 Nov 2019 19:21 - di Redazione
Fu depistaggio

Fu depistaggio. E la sentenza del Borsellino quater sulla strage di via D’Amelio lo conferma. La Corte d’assise d’appello di Caltanissetta ribadisce quanto deciso in primo grado. Confermate le condanne all’ergastolo dei due boss mafiosi, Vittorio Tutino e Salvatore Madonia. Confermati anche i dieci anni per i due falsi pentiti di mafia:  Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Prescrizione confermata infine anche per l’ex pentito Vincenzo Scarantino. Alla lettura del dispositivo di sentenza era presente l’intera Procura generale di Caltanissetta, guidata da Lia Sava. Durante la requisitoria l’accusa ha chiesto la conferma delle condanne per gli imputati. Lia Sava ha sottolineato che la “ricerca della verità” sulle stragi mafiose “non si è mai fermata”. Nonostante siano trascorsi 27 anni. Perché gli italiani, “anche quelli nati dopo il 1992” hanno il diritto di sapere cosa accadde. In quel 19 luglio 1992 in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. “Lo sviluppo delle indagini sta via via delineando altre strade. Che, se doverosamente riscontrate, possono far individuare altri soggetti”. Un riferimento anche a esterni a Cosa nostra. Per la Pg dalla strage di via D’Amelio prese “inizio un percorso di ricostruzione delle responsabilità”. Percorso faticosissimo, incidentato, a volte contraddittorio, che ancora non è terminato.

Borsellino e la scorta

Fu depistaggio, perciò. E parlando dei congiunti di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, disse: “Essi hanno il diritto di sapere e di comprendere fino in fondo come e perché si giunse alla stagione delle stragi, anche al fine di cercare di lenire un dolore mai sopito ma che addirittura si amplifica di fronte agli assordanti silenzi di coloro che sanno, sia all’interno di ”cosa nostra” che all’interno di altri e più differenti contesti, ed ancora non hanno il coraggio e la dignità di riferire in ordine ai pezzi di verità mancanti, con ciò profanando non solo la sensibilità ma anche l’intelligenza dei familiari delle vittime delle stragi e di tutti gli italiani onesti”.

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