Ex Ilva, la Guardia di Finanza nelle sedi di Arcelor Mittal. La Procura indaga sulla “crisi pilotata”

19 Nov 2019 19:01 - di Redazione
ilva di taranto

Giornata di perquisizioni per Arcelor Mittal. Sia le sedi di Milano sia quella di Taranto hanno ricevuto la visita della Guardia di Finanza. Nel capoluogo ionico, dove la Procura indaga per distruzione di mezzi di produzione e appropriazione indebita, dopo la denuncia dei commissari straordinari dell’ex Ilva, i finanzieri hanno compiuto controlli contabili e commerciali. In quella di Milano, invece, dove la Procura ha aperto un fascicolo d’ufficio qualche giorno fa, si procede per reati di tipo fiscale e fallimentare. Qui le fiamme gialle hanno acquisito diversi documenti e supporti informatici.

Le varie ipotesi di reato

I filoni sui quali procedono i pm sono diversi. C’è l’ipotesi dell’aggiotaggio informatico, legato a presunte comunicazioni false fornite al mercato, e quella di distrazione di beni del fallimento. Un magazzino da 500 milioni, infatti, stando alla denuncia dei commissari risulta scomparso. Proprio questa “sparizione” è stata anche al centro di un colloquio che i pm hanno voluto avere con i dirigenti commerciali di Arcelor Mittal. Milano, invece, si concentra sull’ipotesi di una omessa dichiarazione dei redditi da parte di una società del gruppo, che ha sede in Lussemburgo.

La Procura di Milano al lavoro sulla “crisi pilotata”

Non solo. A laProcura milanese lavora all’ipotesi di una crisi pilotata che spiegherebbe l’incremento delle perdite dell’acciaieria che si è registrato nell’ultimo anno. A beneficiarne, hanno spiegato i commissari straordinari nel ricorso d’urgenza, potrebbero essere stati gli stessi franco-indiani che avrebbero avuto l’intenzione di “uccidere un proprio importante concorrente”, gruppo di “interesse strategico” per l’Italia. Altra ipotesi che potrebbe spiegare l’affossamento è che Arcelor Mittal abbia ritenuto, una volta preso atto delle difficoltà del mercato italiano, di non avere più interesse a investire nell’ex Ilva. Un contesto nel quale, volendo prendere per buono, il governo, comunque, avrebbe offerto il pretesto su un piatto d’argento, con la cancellazione dello scudo penale.

Il ricorso d’urgenza dei commissari ex Ilva

Per ora, comunque, continuano a non esserci indagati. La Procura, infatti, punta a ricostruire la catena di comando prima di iscrivere dei nomi. Infine, sempre a Milano si lavora sul ricorso cautelare d’urgenza promosso dai commissari contro la rescissione del contratto da parte di Arcelor Mittal. I tempi sono strettissimi: il 25 novembre, lunedì prossimo, è fissata la scadenza per il deposito dei documenti; due giorni dopo l’udienza davanti al giudice Claudio Marangoni.

 

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