Ex Ilva, la Procura di Milano corre in soccorso del governo: apre un’inchiesta, ma non sa per quale reato

15 Nov 2019 15:10 - di Gigliola Bardi
ilva di taranto

La procura di Milano ha aperto un’inchiesta sull’ex Ilva. L’iniziativa è stata presa ravvisando “l’interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessita economico-produttive del Paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale”. Il procuratore Francesco Greco ha proceduto all’iscrizione di un fascicolo “modello 45”, ovvero senza notizia di reato. Questo consentirà di verificare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato con conseguente delega alla Guardia di finanza di Milano per gli accertamenti preliminari.

Su Ilva una causa di «pubblico interesse»

L’apertura di un fascicolo del genere è consentita dall’articolo 70 del codice di procedura penale. L’ultimo comma concede la possibilità di intervenire in una causa in cui si ravvisa un pubblico interesse. Greco ha invitato il coordinatore del secondo dipartimento Maurizio Romanelli a seguire le modalità di intervento, che sarà in capo a Stefano Civardi e Mauro Clerici. I due pm sono i titolari del procedimento relativo alla bancarotta della società Ilva.

La Procura “soccorre” il governo

L’intervento della Procura di Milano è arrivato a ridosso del vertice al Mise, fissato per le 15.30, tra ArcelorMittal e sindacati, all’indomani dell’annuncio sull’imminente spegnimento degli altiforni tarantini. Ieri sera, inoltre, Matteo Renzi aveva “caldeggiato” a Palazzo Chigi di rivolgersi al tribunale, un’ipotesi finora sventolata ma non perseguita dall’esecutivo. Ancora stanotte, infatti, intervenendo da Washington, Luigi Di Maio spiegava che “stiamo chiedendo a questa multinazionale di sedersi al tavolo e di ripensare quella proposta” di lasciare l’Italia, ma “finora lo abbiamo fatto con gentilezza. Adesso, se serve, in tribunale depositeremo tutto quello ciò che è necessario a far valere le ragioni dell’Italia“.

Il ricorso d’urgenza dei commissari straordinari

Intanto, sempre oggi e sempre a Milano, dove ArcelorMittal già qualche giorno fa ha presentato l’atto di citazione per chiedere la rescissione del contratto, è stato depositato anche il ricorso d’urgenza dei commissaria straordinari dell’ex Ilva. Nel ricorso si chiede di rispettare gli accordi presi in precedenza. Ad occuparsene è il giudice Claudio Marangoni, già titolare della causa mossa da ArcelorMittal. Spetterà a lui fissare la data dell’udienza che con avrà tempi lunghissimi, statisticamente 10-15 giorni. ArcelorMittal chiede in via principale al tribunale di Milano di “accertare e dichiarare l’efficacia del diritto di recesso dal contratto di affitto con obbligo di acquisto dei rami di azienda”. Con il ricorso d’urgenza, invece, i legali di Ilva chiedono il rispetto del contratto. Lo scudo penale – sostengono – non è una condizione sufficiente per permettere ad ArcelorMittal di venir meno al patto.

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