Attacco ai militari italiani in Iraq, per 4 di loro la situazione resta seria. Nessun nesso con Nassiriya

11 Nov 2019 11:19 - di Redazione
militari italiani

Tranquilla la prima notte in ospedale per i cinque militari italiani rimasti coinvolti ieri nell’attentato in Iraq. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti dello Stato Maggiore della Difesa, i cinque soldati non sono in pericolo di vita. Ma per quattro di loro la situazione resta ancora seria. Due hanno subìto amputazioni a causa delle gravi ferite riportate. A un militare dell’Esercito hanno amputato la gamba sopra al ginocchio. Un militare della Marina ha avuto l’amputazione di parte del piede.

Un altro militare ha riportato diversi traumi interni con alcuni versamenti e costole rotte. Un altro militare della Marina ha riportato nell’attacco diverse fratture ed è sottoposto a trattamento proprio perché i medici stanno provando a evitare rischi di amputazione. Un quinto militare invece ha subito traumi importanti. Ma meno rilevanti degli altri e le sue condizioni non destano preoccupazione.

Alcuni dei cinque militari italiani rimasti feriti sono stati svegliati stamattina dal sonno indotto. A quanto si apprende, alcuni di loro oggi verranno sottoposti a ulteriori cure e interventi. In particolar modo il militare che, a causa dei traumi, ha riportato alcuni versamenti interni.

Attacco ai militari italiani, «non c’è strategia»

L’esplosione di ieri non è collegabile “una strategia contro gli italiani”. È quanto apprende sempre l’Adnkronos. Di ordigni di questo tipo ce ne sono tantissimi e ne sono stati rinvenuti diversi, quindi al momento non ci sono evidenze di «una strategia contro l’Italia». E si sottolinea da fonti di Smd, l’esplosione «non ha nessun nesso con Nassiriya», la strage avvenuta il 12 novembre 2003.

A Nassiriya morirono 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili italiani e nella quale persero la vita anche nove iracheni. Al momento rispetto all’esplosione di ieri «non sono arrivate rivendicazioni», si ribadisce dalle stesse fonti. Che fanno notare tuttavia come l’operazione era in corso in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta al Daesh.

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