Polemiche sul Crocifisso, Fioramonti tenta di metterci una pezza: «Sono sgomento»
Tenta di metterci una pezza per il Crocifisso, Lorenzo Fioramonti. Ma non ci riesce. Quelle sue dichiarazioni sul simbolo religioso da togliere nelle aule hanno scatenato un putiferio. Ha messo sullo stesso piano il mappamondo e il simbolo sacro. Ha dato uno schiaffo alla cultura e al significato della Croce. «Sono sgomento», dice il ministro dell’Istruzione. Parla di «vespaio mediatico». E lo fa ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital. Poi tenta di dire che non c’è «all’ordine del giorno». Né a quello suo, né a quello del governo. «Non è assolutamente una priorità».
Crocifisso, Fioramonti tenta di svicolare
«Io credo in una scuola laica», dice. E cerca un escamotage per uscirne fuori. Elenca le cose che vorrebbe fare ma non ha fatto. «Invece di parlare del fatto che il ministero lavora per l’edilizia scolastica si discute di quello che io ho detto sul crocefisso. È un segnale che questo Paese ha bisogno di una ventata di novità e un tanto di maturità».
C’è un rapporto spinoso con la Chiesa per quanto riguarda la scuola paritaria? «No», replica poi Fioramonti. La scuola paritaria svolge un lavoro importante e l’istruzione, come indicato dalla Costituzione, è un valore a prescindere dalla tipologia di scuola che la fornisce. Ed è un valore favorire il dialogo a qualsiasi livello”. Una scuola paritaria islamica? “Questo non lo so – replica ancora il ministro -, abbiamo una storia forte di paritarie laiche e cristiane, mi attengo a questa realtà e credo che siano una grande risorsa per il Paese, sempre nei limiti della Costituzione”. Per quanto riguarda lo ius culturae «a me sembra un segno di civiltà, mi sembra il minimo – afferma ancora il ministro – dare la possibilità a dei ragazzi che hanno studiato e si sono formati qui, che sono italiani quanto i miei figli, di aspirare ad avere cittadinanza italiana».
Se Fioramonti è tanto laico, non giustifichi le assenze per sentire le prediche della papessa Greta