Mafia capitale, parola alla Cassazione. Alla sbarra 43 imputati e il solito dilemma: 416 bis sì o no?

16 Ott 2019 12:47 - di Redazione
Mafia capitale

“Mafia capitale” capitolo terzo. Al via questa mattina in Cassazione l’iter processuale per l’ultimo grado di giudizio sull’inchiesta che ha svelato il cosiddetto Mondo di Mezzo. Un processo che ruota intorno al 416bis, il reato di associazione mafiosa caduto in primo grado ma riconosciuto in Appello. L’udienza, per i 32 ricorrenti assistiti da una sessantina di avvocati, si è aperta alle 10 nell’aula magna della Suprema Corte davanti alla VI sezione. Presieduto da Giorgio Fidelbo, il dibattimento su Mafia capitale proseguirà con la relazione e poi la requisitoria dei rappresentanti della Procura Generale.

Mafia capitale, al via il processo in Cassazione

In apertura dell’udienza il presidente ha comunicato che non saranno permesse le riprese video e le registrazioni audio. Al momento, oltre ad oggi sono state calendarizzate udienze per domani e dopodomani, con la possibilità di arrivare a una quarta, eventualmente in calendario nella giornata di sabato 19 ottobre. Una scelta del presidente di sezione che tiene conto sia del numero dei ricorrenti, che della complessità delle imputazioni. L’ultima parola sul processo spetta ora ai giudici della Suprema Corte. E su alcuni imputati aleggia già lo spettro della legge spazzacorrotti“: attualmente liberi o ai domiciliari, potrebbero finire in carcere se la condanna dovesse essere confermata. Anche solo in parte.

La sentenza a 5 anni dall’inchiesta culminata in due retate

Una sentenza, quella su Mafia capitale, che arriverà a cinque anni dall’operazione che con due retate, il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno 2015, ha portato all’arresto di 37 e 44 persone. Una maxi inchiesta in cui la Procura, allora guidata da Giuseppe Pignatone, ha sostenuto che negli ultimi anni nella capitale abbia agito un’associazione di stampo mafioso. «Romana» e con «caratteri suoi propri e originali rispetto alle altre organizzazioni mafiose». Capace di mettere le mani, con la complicità di politici e funzionari, sugli appalti pubblici: dai centri d’accoglienza per i migranti ai campi nomadi. Dal verde ai rifiuti. A capo della cupola romana, secondo l’accusa, il ras delle cooperative Salvatore Buzzi e l’ex Nar Massimo Carminati. In manette per corruzione finiranno anche imprenditori, consiglieri capitolini, assessori e nomi “eccellenti” della politica quali l’ex consigliere e capogruppo Pdl in consiglio comunale e poi in Regione, Luca Gramazio.

Le tappe del processo

Il maxi processo si apre il 5 novembre 2015 e si conclude 20 mesi dopo, il 20 luglio 2017, con la sentenza di primo grado. Condanne pesanti (meno di 300 anni di carcere complessivi rispetto ai 500 chiesti dall’accusa) ma senza il riconoscimento del 416bis, l’associazione mafiosa. Quarantuno condanne e cinque assoluzioni: Salvatore Buzzi viene condannato a 19 anni mentre Massimo Carminati a 20 anni, Luca Gramazio, invece, a 11 anni. Sentenza che viene ribaltata in Appello l’11settembre 2018 con il riconoscimento della mafiosità dell’associazione per 18 dei 43 imputati. Per Carminati e il ras delle coop romane Salvatore Buzzi le pene in Appello vengono ridotte. I due vengono condannati rispettivamente a 14 anni e mezzo e a 18 anni e 4 mesi. Ora la parola passa alla Cassazione.

Le possibili sentenze per i 43 imputati

A questa ricostruzione però è già stato inferta una prima stangata. Con la sentenza di primo grado arriva infatti la prima battuta d’arresto, con il tribunale che asserisce che le associazioni erano due, una dedita alla corruzione e l’altra all’estorsione. E che entrambe non erano mafiose. Poi, con la sentenza d’appello torna al centro del processo la ricostruzione della procura: e si decide che l’organizzazione era una e mafiosa. Oggi, al collegio presideduto da FIdelbo spetta il compito di decidere quale strada prendere e quale pena comminare ai 43 imputati. E, soprattutto, stabilire cosa realmente sia successo nella Capitale…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *