La Turchia invade i giacimenti Eni. Delmastro: “Il governo difenda l’interesse nazionale”
«Nel più assordante, clamoroso e imbelle silenzio del governo giallo-rosso il sedicente Sultano Erdogan sfida nuovamente l’Italia e il suo interesse nazionale all’approvvigionamento energetico, violando la territorialità del Governo di Nicosia e le concessioni di Eni». Così Andrea Delmastro Delle Vedove, sull’ingerenza turca nello scacchiere del Mediterraneo.
Il deputato di FdI ha presentato un’interrogazione al governo Conte sulla questione. «Provi a emettere un timido belato – ironizza Delmastro – in favore dell’interesse nazionale, convocando immediatamente l’ambasciatore turco e chiedendo ufficialmente nuove sanzioni europee nel Consiglio Europeo del prossimo 17 ottobre». Diversamente, ancora una volta, la nostra vergognosa politica rinunciataria verrà interpretata come felice, volontaria e servile sottomissione da parte del Sultano Erdogan».
Questo il testo integrale dell’interrogazione su Eni e Turchia
«Il Mediterraneo orientale sta diventando sempre più il teatro di un’inquietante partita a scacchi per l’accaparramento energetico e segnatamente delle ingenti risorse di gas naturali ivi presenti; la Turchia di Erdogan, negli stessi momenti in cui sta iniziando una pericolosa operazione militare contro i Curdi in Siria non lesinando di bombardare nell’assordante e complice silenzio della comunità internazionale, ha lanciato una nuova sfida alla comunità internazionale e segnatamente all’Italia nello scacchiere del mare circondante Cipro; il Ministro dell’energia turco Fatih Donmez ha dato sfacciatamente l’ordine di iniziare le trivellazioni nel c.d. Blocco 7, non solo e non tanto di pertinenza del Governo di Nicosia, quanto e soprattutto assegnato ad un consorzio formato da Eni e Total; l’inaudita posizione turca altro non è se non la sfacciata prosecuzione della sua temeraria politica energetica che, utilizzando il governo di Cipro del Nord, sostiene, in spregio alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che l’aera marittima oggetto di interrogazione appartenga alla piattaforma continentale turca; la soverchia infondatezza delle pretese turche è evidente, ictu oculi, ad un solo e sommario sguardo alla cartina geografica, atteso che il c.d. Blocco 7 si trova chiaramente nella zona economica esclusiva cipriota e segnatamente in un’area marina a sud-ovest dell’isola; l’atteggiamento di aperta sfida turca pregiudica gli interessi all’approvvigionamento energetico nazionale, atteso che Eni detiene buona parte delle concessioni cipriote; dai sistemi satellitari di rilevazione marittima è stato accertato che la nave da perforazione turca Yavuz è già clamorosamente entrata nelle acque territoriali cipriote e nel c.d. Blocco esplorativo 7, affidato dal Governo di Nicosia a Eni e Total; l’America, per il tramite del Segretario di Stato Mike Pompeo in visita ad Atene, ha già condannato la spregiudicata mossa turca, definendo “illegali” le disposte trivellazioni; l’Unione Europea ha prontamente inserito il caso Turchia nell’agenda del Consiglio Europeo del 17 ottobre al fine di valutare la possibilità di assumere misure più severe contro Ankara per la spregiudicata posizione in campo di accaparramento energetico al di fuori di ogni legalità ed in spregio alla territorialità cirpriota; il Governo Italiano, nonostante il coinvolgimento di Eni e l’evidente interesse nazionale nel campo dell’approvvigionamento energetico, non ha ancora balbettato una posizione ufficiale; la politica rinunciataria nei confronti di Ergodan da parte dell’Italia è già stata contrassegnata da clamoroso fallimento nel 2018, allorquando il Governo Gentiloni non emise nemmeno un timido flatus vocis di fronte alle pressioni marittime turche che costrinsero la nave Saipem 12000 ad abbandonare la zona marittima di competenza cipriota; quale sia la posizione del Governo Italiano e del Ministero degli Esteri in relazione alla gravissima ed illegale decisione del Governo Turco di inizare le trivellazioni nel Blocco 7 di esclusiva pertinenza di Nicosia e in concessione anche ad Eni; quale sia la posizione del Governo e del Ministero degli Esteri per tutelare ENI e gli interessi strategici italiani all’approvvigionamento energetico; quale posizione in merito il Governo intenda assumere in seno al Consiglio Europeo del 17 ottobre prossimo al fine di tutelare l’interesse nazionale ed ENI e se intenda richiedere l’applicazione di sanzioni decisamente severe e proporzionate alla gravissima provocazione turca; se il Governo intenda convocare immediatamente l’ambasciatore turco per chiedere spiegazioni in ordine al contegno assunto dal Governo di Ankara ed in ogni caso per trasmettere una vibrata protesta, precisando di non escludere di richiedere, in seno al Consiglio Europeo del 17 ottobre, l’applicazione di sanzioni severe nei confronti del Governo turco e delle sue aggressive ed illegittime politiche in campo energetico».