Francia, il governo minimizza la pista islamica. Ma il terrorista gridò “Allah Akhbar!”
Il governo della Francia , ma non è il solo, tende a minimizzare la pista islamica. Riguardo all’attentato alla prefettura di Parigi, si cerca di non seguire la pista del terrorismo. Ma un testimone afferma che l’aggressore della prefettura di Parigi ha gridato “Allah Akbar” la notte prima dell’attacco. A riferirne è Le Figaro citando il racconto di un vicino di Mickael Harpon. Poliziotto a sua volta, residente nello stesso edificio a Gonesse, nel Val-d’Oise. L’agente sarebbe stato svegliato dalle urla dell’uomo che verso le 3 o le 4 del mattino avrebbe urlato più di una volta “Allah Akbar!”
Francia, Macron nega con tutte le sue forze
Eppure il governo francese nega con tutte le sue forze. Non ci sarebbero infatti elementi a conferma di una motivazione estremistica per l’aggressione costata la vita a 4 persone nella prefettura di Parigi. A sottolinearlo è stata Sibeth Ndiaye, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del governo, di origine senegalese. La Ndiaye ha esortato a non correre a conclusioni affrettate sulla base del solo fatto che l’aggressore si era convertito all’Islam 18 mesi fa. “Il fatto che qualcuno si converta all’Islam non è automaticamente un segno di radicalizzazione”, ha detto. Su FranceInfo ha messo in guardia dalle “fake news che circolano sui social media”. “I fatti devono essere esaminati con precisione. Ed è quello che gli inquirenti stanno attualmente facendo”. Questo “non significa al contempo che un movente terroristico sia escluso”.
Anche il ministro dell’Interno lo difende
Anche la moglie dell’assassino tende a assolvere il marito. La moglie ha detto agli inquirenti che l’uomo la notte prima dell’attacco aveva sentito delle voci, aveva detto cose incoerenti e aveva avuto un brusco risveglio. Ascoltata dagli investigatori la donna ha parlato di “una crisi di demenza” relativamente alla notte di ieri. Lo scrive Bfmtv, parlando di un movente ancora poco chiaro per l’attacco. La perquisizione nell’abitazione dell’uomo non ha prodotto risultati particolarmente utili. Inoltre l’aggressore, stando ad una fonte del sindacato Alliance, era considerato un impiegato modello, molto apprezzato dai suoi colleghi. Anche il ministro dell’Interno lo difende. “Conosciuto nel suo reparto”, “non aveva mai presentato disturbi del comportamento”, “né destato il minimo allarme”, dice il ministro Christophe Castaner. Pur essendo stimato dai suoi colleghi, Michel Harpon viveva una situazione difficile sul lavoro. Non vedeva realizzata la sua aspirazione ad essere promosso ad un incarico di progettista di rete. Ieri diverse persone sono state fermate, tra loro il fratello dell’aggressore.