Sciopero contro i tagli, Israele chiude tutte le ambasciate del mondo
Israele chiude tutte le ambasciate del mondo, a causa di una vertenza sindacale con il governo. Scatta uno sciopero di tutte le rappresentanze diplomatiche e del personale militare. Per protestare, a quanto pare, contro i tagli imposti alla diplomazia dal ministero delle Finanze.
L’annuncio, su Twitter, è della leghista siciliana Patrizia Rametta, che spiega: “Israele per la prima volta nella storia chiude tutte le ambasciate nel mondo per uno strano sciopero. Di fatto sembra sia azzerato il ministero degli Esteri e la dplomazia, non possono neanche fare reclamo”.
Qualcuno, evidentemente ben informato, conferma su Twitter la notizia: “Confermo ma non sono solo i diplomatici ma anche gli addetti militari. Lo sciopero è contro il ministero delle finanze che vuole tagliare retroattivamente gli stipendi all’estero. Di qui la reazione compatta di Esteri e Difesa. Ho vissuto in Israele per quasi 5 anni. Non mi sorprende, i colleghi israeliani sono molto combattivi quando si tratta di difendere gli interessi nazionali e quindi anche per i loro stipendi”.
La Giordania richiama l’ambasciatore da Israele
Intanto, in pieno caos tra Turchia, Siria e curdi, che chiedono l’aiuto di Israele, a pochi giorni dai 25 anni del Trattato di pace, Israele e Giordania sono in piena crisi diplomatica. Amman ha richiamato in patria per consultazioni l’ambasciatore Ghassan Al-Majali. Per protesta contro la detenzione “inumana e illegale” nello stato ebraico di due cittadini giordani,Heba Labadi e Abdulrahman. Il ministero degli Esteri giordano ha anche annunciato l’arresto di un cittadino israeliano “entrato clandestinamente nel territorio” del regno nella valle del Giordano. –
Labadi – 32 anni e di origine palestinese – è agli arresti amministrativi in Israele (detenzione senza formali accuse) dallo scorso 20 agosto quando avvenne il suo fermo al valico di frontiera di Allenby. Lo scorso ottobre lo Shin Bet (sicurezza interna di Israele) ha detto che il blocco della ragazza è motivato “dal sospetto del suo coinvolgimento in gravi violazioni della sicurezza” ma senza ulteriori precisazioni. Labadi è in sciopero della fame nel carcere di Haifa da 36 giorni e – secondo il ‘Club dei prigionieri’, organizzazione palestinese che si occupa dei detenuti – la sua salute si è deteriorata. Al punto da essere stata ricoverata varie volte in ospedale. Anche per l’altro detenuto, Abdulrahman Miri, fermato lo scorso settembre sempre al valico di Allenby, la Giordania ha denunciato condizioni di salute precarie.