I curdi furiosi: “Gli americani stanno scappando come topi”. E chiedono l’aiuto di Israele

21 Ott 2019 17:00 - di Giovanni Trotta

Ora i curdi chiedono aiuto a Israele di fronte all’avanzata turca in Siria. I curdi sono convinti che il popolo ebraico, a causa della sua storia di persecuzioni, comprenda meglio di altri il loro dramma. “Lo Stato d’Israele s’impegni per mettere fine a questa guerra che uccide donne e bambini e caccia i civili dalle loro case”. Lo ha detto un ufficiale delle Forze Democratiche Siriane in un messaggio inviato al sito Times of Israel. “Sono certo che il popolo ebraico non rimarrà a guardare mentre la nostra regione affronta il terrore turco”. L’ufficiale ha chiesto l’anonimato. Il 10 ottobre il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu aveva espresso la sua vicinanza ai curdi. “Israele condanna con forza l’invasione militare turca delle province curde in Siria e lancia un monito contro una pulizia etnica dei curdi da parte della Turchia. Israele farà ogni sforzo per fornire assistenza umanitaria al valoroso popolo curdo”, aveva dichiarato il premier.

Dai curdi patate contro i soldati Usa

Critiche invece agli Stati Uniti dall’alleanza delle Forze democratiche della Siria (Fds) a guida curda. “Incoraggiare la campagna di genocidio in atto è di gran lunga il peggior insulto rivolto finora alla nostra gente”. Loha detto il portavoce delle Fds nel nord della Siria, Mustafa Bali. “Con tutto il rispetto, Presidente Trump cosa le fa pensare di avere il diritto di cacciare milioni di curdi dalle loro case? Non è forse pulizia etnica?”. I curdi siriani hanno protestato contro il ritiro dei soldati americani dal nordest della Siria lanciando patate contro i militari. I soldati erano in convoglio vicino a Qamishli. Lo riferiscono i media curdi. ”Gli americani stanno scappando come topi. Vergognatevi”, hanno urlato i curdi al passaggio dei carri armati americani. Fonti curde hanno riferito che il convoglio era in viaggio verso il valico di frontiera di Sahela e diretto in Iraq.

Trump pensa di lasciare un piccolo contingente

Donald Trump intanto sta valutando un piano. Lo ha presentato dai vertici militari del Pentagono. Vorrebbe lasciare un piccolo contingente, di circa 200 militari, nel nord est della Siria. Lo riporta il New York Times, rivelando che questo contingente avrebbe una duplice missione: impedire il ritorno dello Stato Islamico della regione a seguito dell’invasione turca ed impedire alle forze del governo siriano, con il sostegno dell’alleato russo, di prendere il controllo dei pozzi petroliferi nella regione. Fonti dell’amministrazione spiegano che Trump appare favorevole al piano, che da circa una settimana è in via di considerazione, e crede che questa mossa sarebbe sufficiente a tutelare le vittorie conseguite dagli Usa contro lo Stato Islamico. Ed a permettere alle forze curde di mantenere il controllo dei pozzi petroliferi.


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