Feltri distrugge il reddito di cittadinanza: «Soldi regalati a un branco di fessi»

19 Ott 2019 14:40 - di Redazione

Vittorio Feltri, dalle colonne di Libero, si scaglia pesantemente contro il reddito di cittadinanza e i suoi “profeti”. «I poveri sono sempre esistiti ed esisteranno sempre. Le cause della miseria sono varie e nessuno riesce ad eliminarle. C’è chi non lavora poiché non trova un posto e chi non sa fare alcun mestiere pertanto ha difficoltà ad avere una occupazione. Al Nord il numero degli indigenti è di gran lunga inferiore rispetto al Sud per chiare ragioni. Ci sono più imprese e le opportunità di ottenere un impiego sono superiori. Non ci vuole molto a capirlo. Ma rimane il fatto che è difficile stabilire chi è al verde non essendolo e chi lo è davvero e perché». Feltri costruisce questa premessa sulla povertà, che Di Maio aveva annunciato di aver abolito, per entrare nel merito del provvedimento.

Feltri, i finti ricchi e i veri poveri

Il giornalista milanese già in passato aveva attaccato alcune delle più importanti misure grilline, come il taglio dei parlamentari. Oggi va all’attacco del reddito di cittadinanza:  “Quelli che sgobbano e percepiscono retribuzioni in nero risulta che abbiano le tasche vuote mentre in realtà le hanno piene”. «Quelli che viceversa non sanno fare un tubo è ovvio che versino in condizioni penose. Ma sono una minoranza di sfigati – prosegue – la quale non mi pare incida molto sulle statistiche degli affamati. In effetti coloro che riscuotono il reddito di cittadinanza di solito sono ragazzotti che non hanno voglia di fare alcunché. E che noi manteniamo per pietà pur sapendo che essi sono un branco di fessi, nati stanchi. Non hanno studiato né si sono impegnati per diventare muratori o idraulici o falegnami. Attività che consentirebbero loro, se fossero idonei a svolgerle, di guadagnare fior di quattrini e uscire così dal novero degli straccioni».

Le accuse a chi percepisce il reddito

«Dispiace, ciononostante non è lecito violare la volontà di certi individui di cui ignoriamo la mentalità. Piuttosto penso che i poveri autentici, quelli che soffrono in silenzio e quindi non si calcolano, siano i vecchi, uomini e donne su di età che si arrabattano negli stenti, disponendo di pensioni vergognosamente basse…  Insomma i poveri sono coloro che sono stati fregati dai padroni-ladroni, e non hanno chi li difenda. I vecchi sono abbandonati a se stessi e ce ne infischiamo se vanno al mercato per raccogliere a terra gli avanzi e gli scarti di chi acquista e consuma», conclude Feltri.

Commenti

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  • Lella 24 Ottobre 2019

    Invece di dire Cazzate, perché non parla delle utenze ,20 euro di consumo
    Bolletta finita 120 euro tutto il resto spese ,se parlerebbe di problemi reali si renderebbe utile nella comunity

  • Marta Irene 22 Ottobre 2019

    Carissimo sg . Feltri io non mi ritengo una fessa , Ho 52 anni e due figli minorenni ancora da crescere ho perso tutto ma non x il gioco ma x colpa dei lavori andati in fallimento le attività . Ho combattuto tanto ma non c’è l’ ho fatta X la crisi x troppe utenze da pagare , perché sono troppo onesta morale della favola c’è la fanno nella vita chi dietro alle spalle a qualcosa di più che altri non hanno e non è perché uno non ha voglia di lavorare , 20 30 anni fa la gente aveva 3 lavori oggi te li sogni perché è un altra società

  • Vasco 21 Ottobre 2019

    Buongiorno a tutti,
    mi presento così che possiate farvi un’idea di chi sta parlando:
    Sono un ragazzo di 33 anni diplomato ad un istituto tecnico industriale, lavoro da 10 anni in ambito informatico, in questo lasso di tempo ho affrontato 4 cambi di casacca per quanto riguarda l’azienda, non perchè non mi trovassi bene, ma perché voglio continuare a crescere.
    Comincio dicendo che non è facile oggi come oggi trovare un lavoro, soprattutto nel meridione.
    Però bisognerebbe fare un paio di considerazioni prima di dire che Feltri è rimasto al boom economico degli anni ’60.
    L’ Italia non è più un paese dove si può realmente pensare che il lavoro sia un diritto, soprattutto per tutti i lavori che riguardano la produzione industriale di prodotti per cui la produzione all’estero costa un terzo rispetto a quanto costa in Italia.
    Vedo imprenditori (e non parlo di chissà quali realtà, parlo soprattutto di artigiani e di imprese di piccole e medie dimensioni) che non trovano il bandalo della matassa per poter essere competitivi se non spostandosi all’estero.
    Vedo operai che perdono il lavoro e che non lo ritrovano perché mentalmente sono DAVVERO rimasti al boom economico.
    Oggi non basta più avere 10/20/30 anni di esperienza per ritrovare un impiego, perché il mondo è cambiato, o meglio il mondo si è evoluto e noi siamo rimasti indietro.
    Oggi non basta pensare di fare le proprie 8 ore di lavoro per pensare di essere competitivi (badate bene non parlo di fare straordinari non pagati), bisogna dare del proprio per accrescere le proprie competenze, evolvere ed essere previdenti.
    Ad esempio:

    Il signor Rossi ha 45 anni lavora da 20 come operaio specializzato per una impresa che conta una ventina di dipendenti, lavora le sue 40 ore a settimana (magari anche su turni).
    Il signor Rossi in tutti questi anni non ha mai preso in considerazione l’idea di cambiare lavoro (perché tanto il lavoro ce l’ha e si trova bene, fa le sue 8 ore e poi chi s’è visto s’è visto), non si è mai premurato di fare qualcosa in merito (corsi di aggiornamento, acquisizione di competenze diverse, corsi professionali magari pagandoli pure di tasca sua con un piccolo prestito).
    Ad un cetro punto il proprietario dell’azienda dove lavora il signor Rossi decide di spostare l’attività all’estero perché viene strangolato dalle tasse (ovviamente un imprenditore non fa l’imprenditore per beneficenza, ma lo fa per un ritorno economico).
    Che cosa ha fatto in questi 20 anni il signor Rossi per mettersi al riparo nel caso in cui un giorno l’azienda avesse chiuso?
    Cosa avrebbe potuto fare il signor Rossi per rendersi appetibile nel mercato del lavoro di oggi?

    È questa la situazione di centinaia di migliaia di persone oggi.
    Tanti lavorano, ma pochi pensano a procurarsi un ombrello per il futuro.
    Ne ho sentite di tutti i colori di giustificazioni:

    – Non ho tempo
    – Non ho voglia
    – E poi i bambini chi li va a prendere a calcio
    – Non ho soldi
    – Sono troppo stanco quando torno dal lavoro

    Signori miei, per quanto possano essere valide le ragioni per cui non iniziate a muovervi, rendetevi conto che il mondo se ne frega delle vostre ragioni.
    Se fate un lavoro che può essere fatto dal vostro collega Polacco, Cinese o Indiano state certi che un giorno sarà lui a farlo e non più voi, magari non oggi, magari non domani, ma di certo passeranno 15 anni.
    Quindi dopo tutta questa paternale, aspettiamo che l’imprenditore chiuda/sposti/venda l’azienda senza fare nulla o giorno dopo giorno cerchiamo di fare un pochettino di più del nostro per poterci rivendere meglio quando sarà?
    È questa la sfida e non c’è governo che tenga sia di destra, di sinistra, del centro, dell’alto o del basso.
    Perché non è il governo che fa impresa, non è il governo che apre le attività.
    Sono i privati che lo fanno, le multinazionali, e se non sono loro a decidere di aprire i cordoni della borsa, non c’è manovra finanziaria, bonus in busta paga o reddito di cittadinanza che tengano.
    Come se un italiano che fa fatica a far quadrare i conti spenda quei 50 euro in più per far girare l’economia, casomai se li tiene in tasca così nel giro di 12 mesi forse ci paga l’assicurazione della macchina.
    Non esiste la legge miracolosa, non esiste il governo magico, non siamo un paese competitivo punto e basta, non lo siamo più quantomeno.
    Smettetela di lasciare che i vostri figli vadano all’università a studiare cose inutili, convinceteli a scegliere delle facoltà che li possano indirizzare un domani a qualcosa che sia richiesto sia qui che all’estero.
    Perché di professori di filosofia, di docenti di lettere, di avvocati il paese non ne ha bisogno, anzi, il mondo del lavoro non ne ha bisogno, tanto per fare un esempio non ho ancora trovato un programmatore informatico disoccupato.
    Per finire vediamo di affrontare questo benedetto reddito di cittadinanza.
    Io lavoro e ho sempre lavorato, non perché sono più bravo di altri ma perché ho sempre fatto un passo in più per andare avanti, anche quando non ce n’era bisogno.
    Che non ci sia lavoro è palese (fattuale come direbbe il nostro buon Feltri che stimo e ammiro), ed evidentemente la gente non può campare d’aria o di ideali, sta bene che gli si dia qualcosa per riuscire a mangiare.
    Ma andiamo a vedere cosa fanno queste persone durante la giornata per uscire da questa condizione…
    Si stanno impegnando per formarsi maggiormente?
    Stanno ancora cercando attivamente lavoro?
    Stanno ancora lavorando in nero fregando quindi il reddito al sistema? E non sapete quanti ce siano (tanto se non lo faccio io lo fa un altro).
    Alla fine di tutto, quando non ci sarà più modo di erogare questo reddito di cosa vivranno?
    Ma soprattutto cosa faranno?
    Che provvedimenti prenderanno per riscattarsi da qunello status?
    Cerchiamo ogni tanto di farci un esame di coscienza prima di piangere perché non ci cadono le cose dal cielo.
    E ricordiamoci che più si va avanti e meno ci verrà regalato, perché dall’altra parte del mondo ci sarà chi digerisce condizioni inumane, orari di lavoro senza lancette e stipendi da miseria, pronto a strapparci dalle mani il più possiblie perché ha più fame di noi.
    Come disse Steve Jobs (quello del telefonino con la mela per i profani) “Siate affamati, siate folli”.

  • Vanni Ravaioli 20 Ottobre 2019

    Giustissimo ! sempre lucido Feltri !

  • Lu 20 Ottobre 2019

    Parole sante, in Italia i giovani sono dei mammoni lazzaroni.

  • Cristian 20 Ottobre 2019

    Sei te l’unico fesso voi parlate perché avete i soldi ma gente come me che non ho un CAZZO e non trovo lavoro perché ho 49 anni veniamo a casa sua ee COGLIONE E SOLO LEI

  • Simona 20 Ottobre 2019

    Grandissimo direttore Vittorio Feltri,,concordo sempre con i tuoi articoli. In qsto caso quello relativo al reddito di cittadinanza. Regalare i nostri soldii per mantenere nulla facenti e cialtroni .

  • Indignatodaloschifo 20 Ottobre 2019

    Certo ovviamente é facile parlare quando non si vivono certe situazioni in prima persona. “Gente nata stanca che non sa fare alcun che” può anche essere vero ma ci sono delle problematiche per il quale si arriva a questi livelli. Anche i laureati finiscono il più delle volte al Mcdonald perché non c’è il lavoro per cui hanno studiato. Se non Ci fosse sto giornaletto da quattro soldi avrebbe fatto il muratore signor feltri? No non credo

  • maria 19 Ottobre 2019

    Caro signore si lei avessi una madre con Alzheimer
    Fosse un disocupato che doveva vivere con 516,34 al mesi
    In più affitto e le utenze da pagare non penserebbe così .
    Prima del redito non riuscivo a pagare le bollata.
    È una vergonha

  • Guido 19 Ottobre 2019

    È un vecchio ubriacone montanaro quello che dice va bene per la sua famiglia
    Leccaculo

  • enrico 19 Ottobre 2019

    Tutte provocazioni di questo giornalista per vendere qualche copia in più’ di quella specie di “novella 2000” che senza finanziamento pubblico non reggerebbe neanche una settimana se dovesse stare in piedi con le propie forze.